Le cariche sugli operai, scoppia lo scontro politico

Clima politico rovente dopo le cariche della polizia sugli operai delle acciaierie Ast di Terni, ieri a Roma. La leader Cgil Susanna Camusso invita il governo «ad abbassare i manganelli dell'ordine pubblico», il numero uno della Fiom, Maurizio Landini, ieri in piazza con i lavoratori, annuncia uno sciopero dei metalmeccanici per metà novembre. Nel pomeriggio il ministro Alfano ha riferito in Parlamento, scatenando un dibattito a tratti molto acceso, il Pd si divide mentre Sel e M5S presentano una mozione congiunta che sfiducia il titolare degli interni. GUARDA I VIDEO

di Redazione Web

Clima politico surriscaldato anche oggi, dopo le cariche della polizia sugli operai delle acciaierie Ast di Terni (gruppo ThyssenKrupp) che ieri manifestavano a Roma in difesa del posto di lavoro minacciato da un enorme piano di esuberi Camusso a Renzi: "Giù i manganelli"(quattro i feriti).

Se il premier Matteo Renzi, incontrando i sindacati sulla difficile vertenza, oggi ha ribadito che sulle violenze "il governo farà tutte le verifiche e prenderà atti conseguenti", il leader della Fiom, Maurizio Landini, ieri in piazza con i lavoratori, ripete che "la versione fornita dalla polizia è falsa", mentre il segretario della Cgil Susanna Camusso ha polemizzato con il presidente del consiglio invitandolo a "provare ad abbassare i manganelli dell'ordine pubblico".

 

 

 

Dalla Fiom, "alla luce dei fatti di ieri", arriva anche l'annuncio di uno "sciopero dei metalmeccanici per metà novembre in tre date diverse per Nord, Centro e Sud, con manifestazioni a Milano, Terni e Napoli", in vista di quello della Cgil di dicembre.

 

 

Completa il quadro il rovente dibattito parlamentare in corso sull'informativa del ministro degli interni Angelino Alfano ("solidarietà ai poliziotti e agli operai feriti") nei riguardi del quale il movimento Cinque stelle e Sinistra ecologia e libertà hanno presentato congiuntamente una mozione di sfiducia: "Le disposizioni impartite dal ministro risultano, evidentemente e fin dall'inizio del suo mandato, aver inaugurato un nuovo corso per le forze dell'ordine" che appaiono ora "utilizzate per picchiare i lavoratori", si legge nel documento sul quale l'aula dovrebbe esprimersi la prossima settimana. Sel, nel dibattito, ha accustao il premier Renzi di minare la tenuta del tessuto sociale criminalizzando il sindacato e attaccando i diritti dei lavoratori. Alfano ha sostanzialmente giustificato l'agire della polizia ("temeva che gli operai potessero decidere di occupare la vicina stazione Termini") e non ha chiesto scusa ai manifestanti come invece chiedeva la Cgil.

 

 

 

 

 

 

 

 

Nel mondo politico si susseguono commenti di segno diametralmente opposto, con posizioni diversificate anche all'interno del partito democratico. Si può, tuttavia, cogliere una convergenza comune sulla necessità di evitare che il clima sociale continui a inasprirsi con tutti i rischi che ne potrebbero conseguire.

 

Un riferimento a questa prospettiva è venuto, ieri, durante il dibatitto alla Camera, anche da Lorenzo Dellai, capogruppo di Per l'Italia, che dopo aver rinnovato la fiducia al ministro Alfano, ha invitato le forze politiche a impegnarsi affinché il clima sociale sia costruttivo.

In proposito, Susanna Camusso ieri ha chiamato in causa il governo affermando che i primi a doversi moderare sono proprio il premier e i suoi alleati più stretti: "Non capisco l'appello di Renzi ad abbassare i toni, lo dovrebbe rivolgere in casa sua".

 

 

La leader della Cgil ha anche negato che il sindacato intenda strumentalizzare le manganellate sugli operai ma ha chiesto al governo di accertare le responsabilità e di chiarire le indicazioni date a chi deve controllare le piazze pacifiche dei lavoratori: "A mano a mano che andremo avanti le provocazioni si moltiplicheranno, spero non come quella di ieri".

 

Sul fronte della vertenza di Terni, oggi l'esecutivio ha comunicato ai sindacati che l'azienda sarebbe disposta a ridurre da 550 a 290 gli esuberi previsti. "Credo che il governo stamattina abbia provato a distaccarsi da quanto avvenuto ieri, provando a ricostruire una verginità nel confronto con i lavoratori persa ieri negli scontri. Resta però il veleno del riconoscimento del sindacato solo quando si occupa di una vertenza aziendale e non come interlocutore sui temi del lavoro", ha commentato Camusso.

 

"Ho trovato quelle dichiarazioni piuttosto discutibili e sbagliate, perché ieri abbiamo vissuto una giornata molto brutta, sgradevole e che non si deve ripetere", ha detto il presidente del Pd, Matteo Orfini, replicando a Camusso e anche al collega Davide Zoggia, che aveva collegato le violenze di ieri alle parole del finanziere Davide Serra, pronunciate alla kermesse renziana della Leopolda, quando l'uomo d'affari si era scagliato contro il diritto di sciopero.


"Oggi - ha proseguito - credo che sia dovere di chi ha un minimo di senso di responsabilità lavorare perché si ripristini un minimo di rapporto civile. Mi sembra che ci sia chi ha lavorato in questa direzione. Penso che sia stata importante la scelta del presidente del consiglio di andare al tavolo a palazzo Chigi, credo che sia stato positivo l'atteggiamento dei sindacati a quel tavolo, ho apprezzato l'atteggiamento di Landini che ha detto che si è fatto un passo avanti e ha chiesto che non si ripeta una gestione dell'ordine pubblico assurda come quella che c'è stata ieri a Roma, ma non ha chiesto le dimissioni del ministro. Mi sembra che ci sia una parte della politica e del sindacato che oggi ha lavorato per abbassare i toni".
Intervistao da "Effetto Giorno" a Radio24, Orfini ha anche definito "rozze" le parole che la sua collega Pd Pina Picierno ha indirizzato alla leader della Cgil accusandola di essere stata eletta "con tessere false".

 

E alcuni senatori dem hanno riaperto la questione Leopolda difendendo Renzi e polemizzando con Zoggia: "Da lui ci aspettiamo una smentita, le sue dichiarazioni sono particolarmente gravi e non contribuiscono a rasserenare il clima politico. Mettere in relazione le opinioni espresse a titolo personale da Davide Serra alla Leopolda con quanto è successo ieri in piazza a Roma, è una provocazione non degna di un autorevole dirigente del Pd", affermano i senatori dem Laura Cantini, Mario Morgoni e Francesco Scalia sottolineando che il governo si sta adoperando per risolvere in modo positivo la vertenza di Terni.


Per parte sua, l'ex senatore Pd, ora Scelta Civica, Alessandro Maran, attacca: "Le sparate di Susanna Camusso, sul fatto che i poteri forti avrebbero scelto l'attuale governo, le considero un appello allo scontro ideologico".

 

Solidarietà alla polizia ha ribadito il senatore di Fi Maurizio Gasparri: "La crisi dell'Ast e di molte altre fabbriche - ha aggiunto - sta portando alla luce una situazione angosciante che rompe l'incantesimo renziano. L'Italia non è quella della Leopolda, nè quella che auspica lo scontro sociale permanente. Gli incidenti di ieri  devono risvegliare Renzi, che con molta presunzione e grande superficialità continua una marcia baldanzosa che porta l'Italia verso il caos. È la stessa superficialità con cui Renzi gioca con i bilanci pubblici, prendendo schiaffi dall'Europa - che non ha promosso l'Italia ma ha solo rinviato il giudizio - e replicando con annunci arroganti che non cancellano l'amara realtà delle cifre".

 

IL DIBATTITO IN DIRETTA ALLA CAMERA

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