«Notte dei senza dimora», allarme per 300 senzatetto

A Trento vive un numero sempre crescente di persone senza fissa dimora e con la stagione invernale che si avvicina, la problematica di trovare un tetto sotto cui ripararsi ed un ambiente caldo in cui riscaldarsi e ripulirsi andrà a toccare almeno 400 persone. Solamente un centinaio di loro riuscirà a far fronte all'esigenza di trovare riparo in un dormitorio. La situazione che riguarda i «senzatetto» della città viene delineata dal presidente dell'associazione «Volontarinstrada» Claudio Bertolli

di Fabia Sartori

A Trento vive un numero sempre crescente di persone senza fissa dimora e con la stagione invernale che si avvicina, la problematica di trovare un tetto sotto cui ripararsi ed un ambiente caldo in cui riscaldarsi e ripulirsi andrà a toccare almeno 400 persone. Solamente un centinaio di loro riuscirà a far fronte all'esigenza di trovare riparo in un dormitorio. La situazione che riguarda i «senzatetto» della città viene delineata dal presidente dell'associazione «Volontarinstrada» Claudio Bertolli.

associazione «Volontarinstrada»  «notte dei senza dimora» per i senzatetto

Bertolli, con l'aiuto di alcuni volontari, si è occupato di organizzare la «notte dei senza dimora»(foto) che si è svolta tra sabato e domenica. E l'operato dell'associazione in questione non è sporadico: sebbene il «censimento» non possa avere margini di precisione elevati, risulta essere piuttosto attendibile in virtù della costante presenza sul territorio.


Ogni lunedì e giovedì, per tutto l'arco dell'anno, i «Volontarinstrada» escono all'aperto per incontrare ed aiutare i senza dimora attraverso tè caldo e coperte, cibo e calore umano. «Il freddo sta per arrivare ed il principale problema diventa quello di reperire un letto - spiega - almeno 300 persone rimarranno per strada, anche di notte». I posti letto offerti dalla città non superano il centinaio: alla Casa di accoglienza Bonomelli di Piedicastello sono disponibili 51 posti, mentre Casa Orlando e Casa Briamasco ne contano rispettivamente 20 e 13. Cui si aggiungono i 10 di Casa Belvedere.


«Esiste un'aggravante» sostiene il direttore della Fondazione comunità solidale  Cristian Gatti : i 95 posti messi a disposizione durante la scorsa stagione invernale dalla Casa Papa Francesco di via Santa Croce sono solamente un ricordo: l'ex patronato Cisl accoglierà alcuni servizi legati al Dipartimento ospedaliero di cure ed igiene mentale dell'Apss. E pensare che da fine dicembre 2013 a fine maggio 2014 il dormitorio in questione ha fornito 9.845 pernottamenti per un totale di 222 diversi ospiti alloggiati (ne scriviamo a parte).


Dove trascorrono la notte i senza fissa dimora che non trovano spazio nei dormitori della città?

«La scelta - spiega Bertolli - ricade su luoghi isolati o poco controllati, per non correre il rischio di essere allontanati»: panchine accanto alla strada (ad esempio nella zona cimitero) oppure lungo l'argine dell'Adige, in vicoli e portici poco frequentati, nei pressi di cantieri o strutture abbandonate come può accadere all'ex Italcementi ed ex Sloi. «L'insicurezza è logorante - afferma - Queste persone vivono con il timore che altri senza tetto in preda alla disperazione possano rubare quel poco che è loro rimasto».


Bertolli dichiara che, sebbene il 60% degli indigenti per strada non sia italiano (Nord Africa o Est Europa), ben il 40% appartiene al nostro territorio.
Pochi giorni fa l'assessore provinciale ad infrastrutture ed ambiente Mauro Gilmozzi ha annunciato un investimento di 100.000 euro creare un nuovo punto d'accoglienza in città. «Le risorse provinciali sono sempre più in calo: vedremo se alle parole seguiranno i fatti» dichiarano con scetticismo Bertolli e Gatti.

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