Marangoni, limite ai giorni di malattia

Via libera all'accordo tra la Marangoni e i lavoratori: oggi la firma a Trento. Agli operai verranno chiesti otto giorni di lavoro in più (a stipendio inalterato) e un tetto alle assenze per malattia: non più del 3%. In cambio, l'azienda si impegna alla spesa di 8 milioni di euro per investimentiI tuoi commenti

di Matthias Pfaender

marangoni roveretoROVERETO - Dopo sette mesi, 13 incontri del tavolo sindacati-azienda e tre assemblee dei lavoratori la vertenza Marangoni è finita. Ieri pomeriggio, al termine di un'assemblea di quattro ore, la maggioranza dei lavoratori, non senza polemiche, soprattutto da parte degli operai, ha dato mandato alle rappresentanze sindacali a firmare questa mattina a Trento, alla presenza del vicepresidente della Provincia Alessandro Olivi, l'accordo sindacale. Un documento che, parole di Cgil, Cisl e Uil, «risponde ad una situazione aziendale assai complessa» e «introduce i primi elementi di compartecipazione in una struttura manifatturiera complessa».

 

La trattativa, che ha portato anche Rovereto a rivedere dopo anni un corteo operaio sulla Statale 12, è partita su imput della direzione del colosso degli pneumatici di via del Garda. Di fronte ai bilanci in affanno (la Marangoni spa, a cui fa capo lo stabilimento di pneumatici di Rovereto, ha visto nel 2013 ricavi in calo da 140 a 124 milioni, un margine operativo sceso a 13 milioni) per la crisi economica generale e le specifiche criticità di un mercato maturo come quello dello pneumatico, il taglio del 10% generale del costo del lavoro era presentato come una necessità inderogabile. Pena la soppressione unilaterale di tutta la contrattazione di secondo livello. A fronte del risparmio, 8,75 milioni di euro di investimento a medio termine (2014-2017) sugli impianti. Dall'altra parte del tavolo Rsu e confederali hanno meso come paletti il «mantenimento dell'attuale potere d'acquisto dei lavoratori occupati nel sito produttivo di Rovereto» e, sul fronte malattie, il mantenimento dell'obbligo di integrazione salariale da parte dell'azienda nei primi tre giorni di malattia non coperti e retribuiti dall'Inps.


Su queste basi, la trattativa ha portato, semplificando, allo «spostamento» dei trattamenti economici di secondo livello dai supermini in busta paga al premio di risultato, sul quale grava una tassazione meno elevata. L'erogazione del premio, suddiviso in quattro capitoli, è legata all'andamento del margine operativo lordo da bilancio civilistico. Agli operai sono chieste anche otto giornate lavorative in più all'anno ed un'incidenza comulativa delle malattie contingentata al massimo al 3% nel secondo semestre 2014, al 2,75% nel 2015 ed al 2,5% nel 2016. Per gli impiegati i tassi massimi di malattia sono rispettivamente a parità di periodi del 1%, 0,9% e 0,8%. Le incidenze delle malattie pesano ad oggi per il 3,65% sul totale tra gli operai e per l'1,2% tra gli impiegati.
Se a fine anno la somma totale dei giorni di malattia effettuati sarà superiore alla soglia limite, al singolo lavoratore sarà erogato il premio di produttività «in funzione dei giorni di malattia e degli eventi di malattia occorsi al singolo». Con 16 o più giorni di malattia si perde tutto il premio dell'anno.


Molta enfasi, da parte dei sindacati, nel sottolineare l'istituzione di un «Gruppo di lavoro paritetico, che oltre ad essere un elemento utile per favorire delle relazioni sindacali più avanzate, introduce i primi elementi di compartecipazione in una struttura manifatturiera complessa, conferendo così all'intesa, per la valenza stessa della vertenza, un profilo di assoluta rilevanza e, visto il contesto generale, un utile riferimento sindacale». Il gruppo di lavoro sarà chiamato a «monitorare l'avanzamento dei progetti di investimento previsti dal piano di sviluppo a medio termine».

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