Su il lavoro sommerso In Trentino sale all'8%

Il lavoro sommerso non conosce crisi, anzi: nel 2012 il tasso di irregolarità è tornato a salire, sia in Trentino, dove è passato dall'8 all'8,2%, sia in Italia dove è arrivato a quota 12,1% dopo due anni in cui il fenomeno sembrava essersi un po' attenuato

casa lavoro operai contributiTRENTO - Il lavoro sommerso non conosce crisi, anzi: nel 2012 il tasso di irregolarità è tornato a salire, sia in Trentino, dove è passato dall'8 all'8,2%, sia in Italia dove è arrivato a quota 12,1% dopo due anni in cui il fenomeno sembrava essersi un pò attenuato.
Ad allargare l'area del nero continua ad essere il Sud, basti pensare che nel Mezzogiorno gli ‘invisibilì sono al 20,9%, quindi uno su cinque. E diventano uno su tre in Calabria, dove si registra il picco assoluto. Bolzano invece resta la migliore con solo il 7% di lavoro sommerso.
A monitorare il fenomeno è l'Istat, che in settimana ha pubblicato le cifre aggiornate in una banca dati con più di 200 indicatori territoriali per le politiche di sviluppo. D'altra parte il sommerso non solo la dice lunga sullo stato di salute dell'economia, ma la sua misurazione è condizione necessaria per assicurare l'esaustività nel calcolo del prodotto interno lordo.
Rientrano nel sommerso anche le prestazioni svolte dagli stranieri non residenti e non regolari, come i clandestini. Inoltre il fenomeno include il ‘doppio lavorò, ovvero gli impieghi che si aggiungono al principale e che non vengono dichiarati al fisco.
Sempre nel nero finiscono gli studenti, le casalinghe o i pensionati che hanno magari occupazioni occasionali ma che non figurano ufficialmente tra le forze lavoro.
Guardando nel dettaglio le cifre a livello territoriale, a fronte di una media nazionale, pari al 12,1% (in lieve aumento da 12,0% del 2011), c'è un Sud che sconta una percentuale quasi raddoppiata.

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