"In nero per 6 anni"

Per anni ha lavorato come guida turistica, collaborando con un tour operator straniero. Ma sempre in nero e senza contributi previdenziali. A 43 anni ha detto basta, chiedendo di essere contrattualizzato. La risposta? Cacciato. Ora ha presentato denuncia

di Nicola Marchesoni

FinanzaTRENTO - «Mi hanno fatto lavorare in nero per sei anni, quando ho chiesto che la mia posizione fosse regolarizzata sono stato mandato via in pochi minuti. Chi mi ha trattato così deve pagare».
Ad esprimersi in questo modo, è un accompagnatore turistico trentino. Il suo dito è puntato contro i responsabili del Tour operator straniero con cui ha collaborato fino a giugno. Poi la situazione è precipitata. «Alla fine della scorsa primavera - afferma - ho domandato di essere contrattualizzato. A 43 anni ero stufo di essere un'entità sconosciuta al fisco e di non accumulare mai contributi previdenziali. Pensavo di ricevere una risposta positiva. Mi sbagliavo». A quel punto la decisione, non facile, di rivolgersi alla Guardia di Finanza.
Nei giorni in cui dall'Inps è uscita la notizia che nel 2013 i suoi  ispettori hanno scoperto 350 casi di lavoratori in nero (l'82% in più rispetto al 2012, ndr), e che gli irregolari sono aumentati del 356%, c'è, dunque, chi inizia a trovare il coraggio di rompere il fronte del silenzio.
«Con i finanzieri - a parlare è il diretto interessato - ho ricostruito la mia storia. Gli anni tremendi, cioè, in cui la paga che ricevevo era fuori da ogni norma esistente, e le modalità con le quali venivano recuperati i soldi per saldare il conto delle guide turistiche». Non si ferma: «Ora che ho svuotato il sacco mi sento meglio. Ho grande fiducia nella giustizia. Mi auguro che sulla base di quanto sto dicendo, la Provincia applichi, sarebbe ora, con maggiore severità le sanzioni contro chi, nel settore dei Tour operator, sfrutta le persone, costringendole, ad esempio, a dichiararsi collaboratori occasionali quando, invece, ha con loro rapporti continuativi».
Torna a soffermarsi sulla sua vicenda personale: «Mi hanno deluso molto i referenti locali del gruppo per il quale fino a pochi mesi davo l'anima. Non sono stati corretti. Mi avessero subito messo sul tavolo le carte in chiaro, avrei fatto scelte diverse». Affonda il colpo: «In Trentino ci sono parecchi casi simili al mio. Tutti sanno, nessuno però ha l'interesse o la voglia di intervenire. Prendere il patentito di operatore quali garanzie dà adesso in termini di tutela dei diritti? Nessuna. C'è la totale mancanza del rispetto delle regole».
Insieme al suo avvocato sta studiando le prossime mosse: «In attesa di sapere i risultati delle indagini della Guardia di Finanza, mi sto muovendo per ottenere un congruo risarcimento danni. Se non ci fossero stati gli amici e i parenti ad aiutarmi dopo il mio licenziamento sarei potuto finire su una strada».
Conclude: «Non sono solo le società italiane a comportarsi male, ma anche quelle straniere. È giusto che queste ultime capiscano che da noi non esiste solo illegalità. Il nostro Paese si rialzerà se saprà far rispettare le leggi».

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