Gli inglesi bevono La Vis

Le vendite di vini La Vis attraverso Casa Girelli crescono nell'ultimo anno dell'8% e superano i 57 milioni di euro grazie soprattutto ai sudditi di Sua maestà britannica. È in Gran Bretagna infatti che si registra un incremento sia delle bottiglie commercializzate che del fatturato. In Germania si incassa di più ma con volumi inferiori, in Italia i ricavi tengono. In Nordamerica, dove pure la commercializzazione è stata riorganizzata e rilanciata dopo il disastro Fine Wine International, si registrano cali a due cifre. Girelli chiude i conti 2012-2013 con un utile netto di 274 mila euro

di Francesco Terreri

Le vendite di vini La Vis attraverso Casa Girelli crescono nell'ultimo anno dell'8% e superano i 57 milioni di euro grazie soprattutto ai sudditi di Sua maestà britannica. È in Gran Bretagna infatti che si registra un incremento sia delle bottiglie commercializzate che del fatturato. In Germania si incassa di più ma con volumi inferiori, in Italia i ricavi tengono. In Nordamerica, dove pure la commercializzazione è stata riorganizzata e rilanciata dopo il disastro Fine Wine International, si registrano cali a due cifre. Girelli chiude i conti 2012-2013 con un utile netto di 274 mila euro.
Il risultato, approvato nell'assemblea dei giorni scorsi dal socio unico Ethica, a sua volta controllato dalla cantina La Vis, è molto inferiore ai 2 milioni dell'esercizio precedente, che però erano stati ottenuti grazie alle plusvalenze per le cessioni di immobili nell'ambito del piano di risanamento del gruppo. Ma dalla relazione al bilancio firmata dall'amministratore delegato di La Vis e presidente di Girelli  Marco Zanoni  veniamo a sapere che alcune operazioni stanno slittando nel tempo.
Per quanto riguarda la vendita a Isa della controllata toscana Basilica Cafaggio «alla data attuale (la relazione è datata 20 settembre  ndr ) non sono ancora definiti né i tempi dell'operazione, né i relativi contenuti contrattuali». L'operazione dovrebbe essere chiusa entro l'anno. Sul contratto preliminare di compravendita con il Consorzio Lavoro Ambiente del compendio di viale Verona, invece, «si evidenzia un ritardo di almeno 15 mesi rispetto a quanto originariamente previsto dallo scadenziario temporale definito, unitamente alle condizioni sospensive, nel contratto medesimo». Sono in corso trattative con il Cla per sottoscrivere un accordo aggiuntivo.
Il 9 ottobre scorso si è tenuta anche l'assemblea di Basilica Cafaggio, che chiude finalmente un bilancio in pari (utile netto di 79 mila euro), grazie però alla vendita di un magazzino alla stessa La Vis. Il fatturato di Cafaggio infatti fa un balzo da 1,8 a 4,4 milioni. Il grosso, 2,8 milioni, è la cessione alla controllante di un magazzino in cambio della cancellazione di un debito di pari entità verso Casa Girelli. Le vendite di Chianti Classico sono quindi stabili, per un totale di 260 mila bottiglie. Nel nuovo esercizio La Vis annuncia un contratto da 360 mila bottiglie con la catena Usa Costco, che farebbe decollare il fatturato della tenuta toscana.
Tornando ai conti di Casa Girelli, nel mercato del vino sfuso «si conferma un orientamento opportunistico da parte dei principali imbottigliatori mondiali, che indirizzano sempre più le proprie scelte d'acquisto verso i mercati con i minori costi della materia prima» come Australia e Sud America. La scarsa vendemmia 2012, al contrario di quella record di quest'anno, ha portato ad un incremento dei prezzi all'origine. Il fatturato dello sfuso, che è il 17% dei ricavi di Girelli, si impenna del 56%.
Nell'imbottigliato invece le Isole britanniche vedono un aumento dell'1,3% in volume e del 4,6% in valore, la Germania cala del 9,6% in volume ma cresce del 7,7% in valore grazie all'aumento dei prezzi. Male Usa e Canada, con un calo del 21% in volume e del 13,2% in valore, e gli altri mercati esteri, mentre l'Italia mantiene i volumi (+0,4%) e incrementa i valori (+2,1%).
I margini di Girelli sono tutti positivi ma in calo rispetto all'anno precedente: Ebitda a 1,9 milioni (2,3 nel 2011-2012), Ebit a 1,4 milioni. Sul versante patrimoniale aumentano da 6,9 a 9,9 milioni i debiti verso banche ma cresce anche il patrimonio netto a 8,3 milioni.

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