Aiuti casa per pochi, criteri nel mirino

I casi segnalati sono molti, un po' da tutta la Provincia. E i più eclatanti sono probabilmente quelli delle graduatorie relative ai contributi per l'acquisto della prima casa. Come quei 18enni, per esempio, con Icef pari a zero e piombati proprio grazie a questo ai vertici delle classifiche, anche se, sulla carta, dovrebbero avere scarsa, se non nulla, capacità di spesa. Il sospetto è che siano stati «espulsi» in fretta e furia da nuclei famigliari piuttosto agiati per accedere alle agevolazioni. Bisogna verificare dove vanno a finire le risorse, tuona la Cgil.

di Angelo Conte

Il 6% delle domande individuali sulle ristrutturazioni presentate a Trento, per ora, sono state accolte. In prospettiva diventeranno il 14% grazie all'aumento delle risorse messe in campo dalla Provincia. Sul fronte dell'aiuto per l'acquisto della prima casa, invece, per ora sono 43 su 990 circa le domande accolte, in prospettiva diventeranno qualcosa di più (63 in tutto) grazie alle nuove risorse provinciali. Da chi è stato escluso arrivano però le critiche per il metodo di scelta relativo alle ristrutturazioni edilizie: ovvero il fatto che, a parità di Imu pagata (più è bassa, più si sale in cima alla graduatoria) e di progetti di risanamento energetici, la priorità va al progetto che prevede un investimento complessivo maggiore. «Va verificato con attenzione dove vanno le risorse» accusa la Cgil con Franco Ianeselli. Che critica soprattutto una delle modalità con cui viene redatta la graduatoria degli aiuti per l'acquisto e costruzione della prima casa. «Ci vengono segnalati casi di giovani, 18enni ad esempio, con Icef zero che fanno domanda per la casa» e vengono inseriti in graduatoria, spiega ancora Ianeselli. «Ci sembra un po' strano che una persona con Icef zero faccia la mattina la domanda per il reddito di garanzia e poi il pomeriggio abbia le risorse per poter comprare la prima casa». Il sospetto è che siano figli con alle spalle famiglie capaci di finanziare l'acquisto della casa e che fanno presentare domanda al figlio che non ha redditi né patrimonio proprio.
Difende le modalità di assegnazione e le risorse messe a disposizione per le domande il vicesindaco di Trento Paolo Biasioli. Che risponde con i numeri alla mano a chi contesta. «Primo: adesso abbiamo scritto ai 69 che hanno ottenuto il contributo, quando ci saranno le altre risorse della Provincia, pari a circa 4,8 milioni di euro, ne saranno soddisfatte circa 100 di domande. Si sono premiati gli investimenti maggiori perché questa non è una misura sociale, ma serve a mettere in circolo risorse per riattivare l'economia». In tutto 170 domande «quando gli anni scorsi ne venivano finanziate meno, su 100 domande ne venivano soddisfatte 40». Per l'acquisto della prima casa, ci sono 43 domande soddisfatte ora, e 20 che verranno finanziate poi. «Finanzieremo poi 34 condomini con una media di 8-10 appartamenti a condominio, per cui ci sono altre 300 famiglie che avranno risposta». Sui giovani a Icef zero, Biasioli chiarisce che «chi fa il furbo c'è sempre, ma che grazie al fatto che il punteggio è dato anche sulla base dei figli a carico» è difficile pensare che questi vengano a essere nelle graduatorie.
Biasioli riflette poi sul fatto che, in passato, il numero di domande e la quota di investimenti, anche per i diversi criteri di accesso alle graduatorie, più rigidi allora di adesso, erano molto inferiori a quelle di quest'anno. «Basta pensare al fatto che sull'ultimo bando, solo per il Comune di Trento, Aldeno, Cimone e Garniga per le ristrutturazioni prima casa sono stati proposti interventi con un volume di investimenti pari a 70 milioni di euro. L'ultima edizione del bando, qualche anno fa, a livello provinciale, quindi per un ambito almeno 4 volte superiore a questo, c'erano state 80 milioni di richieste per tutta la provincia».

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