Peggiora il deficit, aumento dell'Iva

A pochi giorni dall'1 ottobre, quando aumenterà di un punto l'aliquota Iva oggi al 21%, si apre una nuova bagarre tra Pdl e Pd che, paradossalmente, chiedono la stessa cosa al Governo, e cioè evitare quell'incremento su cui le associazioni dei commercianti e dei consumatori lanciano l'allarme. Ma a scatenare la guerra tra i due partiti è la ricerca delle coperture necessarie, vista la scarsezza di risorse finanziarie che verrà certificata domani dal Governo, che indicherà per il 2013 un deficit al 3,1%, rischioso per l'Italia che potrebbe tornare sotto procedura di infrazione europea 

spesa supermercato prezziROMA - A pochi giorni dall'1 ottobre, quando aumenterà di un punto l'aliquota Iva oggi al 21%, si apre una nuova bagarre tra Pdl e Pd che, paradossalmente, chiedono la stessa cosa al Governo, e cioè evitare quell'incremento su cui le associazioni dei commercianti e dei consumatori lanciano l'allarme. Ma a scatenare la guerra tra i due partiti è la ricerca delle coperture necessarie, vista la scarsezza di risorse finanziarie che verrà certificata domani dal Governo, che indicherà per il 2013 un deficit al 3,1%, rischioso per l'Italia che potrebbe tornare sotto procedura di infrazione europea.
 
Dopo che martedì il commissario europeo Olli Rehn aveva espresso perplessità sulla capacità del governo di trovare le coperture per tutte le misure annunciate, ieri ha ritrovato forza l'ipotesi che il governo lascerà salire l'aliquota dal 21 al 22%. Immediato è partito il fuoco di fila dei big del Pdl che hanno intimato al premier Letta di evitare l'aumento, dimenticando che quell'aumento lo votarono nella manovra estiva del 2011 del governo Berlusconi-Tremonti e che finora era stato rinviato con coperture provvisorie. A questo punto anche il Pd, col capogruppo Roberto Speranza, ha chiesto all'esecutivo di «scongiurare» questo «duro colpo per famiglie e imprese». Ma dal Pd, e anche da Scelta Civica, è partita una polemica contro il Pdl: è per coprire l'esenzione Imu per tutti, compresi i redditi alti, che ora manca il miliardo necessario per evitare l'innalzamento Iva per gli ultimi tre mesi del 2013. 
 
Tra gli economisti molti ritengono che sia meglio lasciar fluttuare l'Iva e convogliare le risorse sul taglio delle tasse sul lavoro, che porterebbe denaro nelle tasche dei lavoratori, come chiedono per altro imprese e sindacati. Un aumento dell'Iva verrebbe in parte riassorbito dai prezzi, perché i commercianti che preferirebbero rinunciare a parte del guadagno pur di non deprimere i consumi già bassi. E anche l'Ue suggerisce la stessa strada.
 
Il viceministro all'Economia Stefano Fassina ha rilanciato quanto detto da Confindustria nell'audizione alla Camera: a fronte dei molti impegni (Iva, Imu, Cig in deroga, missioni militari all'estero), «è necessario scegliere». Quindi se si fa pagare l'Imu sul 10% delle prime case di maggior valore, «recuperiamo due miliardi di euro»: un miliardo andrebbe sull'Iva e il restante per «la deducibilità dell'Imu per i capannoni». La contrapposizione Imu-Iva ha sollevato l'ira del Pdl, con Renato Brunetta che ha adombrato alle dimissioni del viceministro. I soldi ci sono, ha tuonato Laura Ravetto: arrivano dall'Iva sulle fatture dei debiti pagati dalla Pubblica amministrazione e altri si potrebbero ricavare dalla rivalutazione delle partecipazioni bancarie in Banca d'Italia.
 
«Le risorse per tutto non ci sono» ha detto in serata il ministro Graziano Del Rio, anche perché «l'Italia è osservato speciale e sarebbe molto grave che rientrassimo in procedura di infrazione». Domani infatti il governo esaminerà la nota di aggiornamento al Def, nella quale il deficit verrà indicato al 3,1%, cosa che richiederà qualche operazione all'interno del bilancio o comunque una stretta del Tesoro per rimanere sotto il tetto del 3%.

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