Mele e vino  trainano l'export

Tra le tante ombre di una congiuntura che pare a volte senza prospettive, sono le luci dell'export a regalarci una speranza. Il segno «più», che il rapporto trimestrale del servizio studi di Intesa Sanpaolo sui distretti produttivi del Triveneto ha registrato per molti voci delle esportazioni del Trentino, è infatti come una boccata di ossigeno. Spiccano, in questo contesto, le mele, con un più 13,2%, e i vini (spumante su tutti) con un più 8,9%, grazie soprattutto al mercato Usa. Ma anche il sofferente settore del porfido segna un incoraggiante più 1,5%

di Francesco Terreri

TRENTO - Nel primo trimestre 2013 hanno brindato con vini e bollicine trentine soprattutto inglesi e nordamericani, mentre le nostre mele e la nostra frutta è particolarmente apprezzata sulle rive del Mediterraneo, sia sul versante europeo che su quello arabo. Secondo il rapporto trimestrale del servizio studi di Intesa Sanpaolo sui distretti produttivi del Triveneto, il Trentino Alto Adige ha visto un aumento tendenziale dell'export pari all'8%, facendo di gran lunga meglio della media italiana ferma al +2,2%. E in regione tirano soprattutto le mele del Trentino col +13,2%, quelle dell'Alto Adige col +10,5% e i vini e bollicine di Trento col +8,9%.
La regione, sostiene il rapporto di Intesa che si basa soprattutto sui dati Istat del commercio con l'estero, è stata premiata dalla sua vocazione agro-alimentare, nonché dalla relativa tenuta dei suoi due distretti del sistema casa, il legno-arredo dell'Alto Adige (+3,8% la variazione tendenziale) e, a sorpresa, il sofferente porfido di Val di Cembra, che ha visto un incremento dell'1,5% rimanendo peraltro intorno ai 7 milioni di euro di valore delle esportazioni nel trimestre. Entrambi i distretti hanno incontrato difficoltà in Germania, riuscendo però a superarle grazie alle buone performance conseguite in Austria, Svizzera, Francia e Russia nel caso del legno-arredo dell'Alto Adige e in Francia, Svezia e Svizzera nel caso del porfido di Val di Cembra.
Ma i distretti di punta sono quelli dell'agroalimentare. I «vini rossi e bollicine di Trento», che corrispondono alla voce bevande dell'export, hanno venduto nel gennaio-marzo di quest'anno per 83 milioni, quasi 7 milioni in più dei 76 milioni del primo trimestre 2012. La destinazione più importante si confermano gli Stati Uniti con 36,7 milioni di export, il 22% in più dell'analogo periodo dell'anno scorso, quando le vendite in Usa erano a quota 30 milioni. Ma è ottima anche la performance nel Regno Unito, con una crescita dell'export trentino del 32% a 11,7 milioni. Segnano invece il passo le vendite in Germania, scese del 5,7% sotto i 20 milioni.
Le vendite all'estero di frutta e mele nel trimestre ammontano a 23 milioni, contro i 20 di un anno prima. Il principale mercato di sbocco diventa l'Algeria con 3,5 milioni di esportazioni trentine, pari al triplo del 2012, che lascia indietro le pur crescenti destinazioni europee: Germania a 2,8 milioni, +32%, e Spagna a 2,6 milioni, il doppio dell'anno precedente. Bene anche la Danimarca, mentre calano le vendite nell'Egitto in crisi politica. La Spagna traina anche le mele altoatesine, mentre i vini sudtirolesi registrano una frenata.

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