Consumi: aumento Iva, batosta da 15 milioni

L'aumento dell'Iva dal 21 al 22% che dal primo luglio, senza un intervento contrario del governo, è destinato a scattare su prodotti come benzina, vino, abbigliamento, calzature e molto altro ancora questa volta farà alzare i listini nel commercio e nella ristorazione e pubblici esercizi. Ne sono convinti Confesercenti e il gruppo Dao (marchio Conad in Trentino). La situazione dei margini molto bassi di guadagno delle imprese costringerà a rivedere i listini, spiega Massimiliano Peterlana di Confesercenti

di Angelo Conte

L'aumento dell'Iva dal 21 al 22% che dal primo luglio, senza un intervento contrario del governo, è destinato a scattare su prodotti come benzina, vino, abbigliamento, calzature e molto altro ancora questa volta farà alzare i listini nel commercio e nella ristorazione e pubblici esercizi. Ne sono convinti Confesercenti e il gruppo Dao (marchio Conad in Trentino). La situazione dei margini molto bassi di guadagno delle imprese costringerà a rivedere i listini, spiega Massimiliano Peterlana di Confesercenti. Complessivamente, per ciascuna famiglia di tre componenti, secondo i calcoli della Cgia di Mestre, ci sarà un aggravio nel secondo semestre di quest'anno di 88 euro. In totale circa 15 milioni di euro di Iva in più che i consumatori trentini dovranno pagare quest'anno e che diventeranno il doppio dal prossimo anno.
 Inflazione, rischio fiammata.
 Dopo il crollo degli ultimi mesi (1% ad aprile contro il 3,8% di un anno prima), i prezzi, se l'Iva dovesse venire alzata dal primo luglio 2013, potrebbero salire. Tra i prodotti colpiti dall'aumento ci sono, tra gli altri, vino, birra, abbigliamento, calzature, elettrodomestici, mobili, detersivi, lavanderia, tintoria, auto, benzina e carburanti, giochi e giocattoli e così via. Soprattutto l'aumento dei carburanti e quindi del costo dei trasporti influirebbe sui prezzi delle merci consegnate. Ma senza dare un vantaggio sui margini a chi li vende e penalizzando molto i consumatori.
 L'allarme di Dao e Confesercenti.
 «L'aumento dell'anno scorso non è stato ribaltato sui consumatori quasi per nulla, questa volta però, visto che siamo al 2% di aumento, sarà inevitabile per ristoranti e per i negozi alzare i listini». Così Peterlana della Confesercenti che spera fino all'ultimo che l'aumento Iva non venga attuato. «Sarebbe davvero controproducente per l'economia, anche perché con l'aumento dei prezzi si rischia che il volume di acquisti si riduca e, con esso, il gettito Iva. Noto poi che il governo dice di voler aiutare le piccole imprese, ma poi se non evita misure come queste, rischia di metterle in difficoltà». Anche Ivan Odorizzi, presidente e amministratore delegato di Dao, spiega che «non c'è più spazio per comprimere i prezzi» visto che «i margini nelle vendite si sono ridotti. Il problema, più dell'Iva che aumenta, è della gente che ha meno soldi. La frequenza della spesa non è cambiata, ma il valore medio sì: siamo passati da 20 a 18 euro medi».
 Mini-stangata sulle famiglie.
 La Cgia di Mestre ha messo sotto la lente i consumi delle famiglie medie nei capitoli colpiti dall'aumento Iva: da luglio a fine anno, secondo questi calcoli la media degli aumenti sulla spesa sarà di 88 euro per una famiglia media di tre componenti. In Trentino, sulla base della popolazione a fine anno, si può stimare un costo di 15 milioni di euro per gli ultimi sei mesi dell'anno. Una riduzione del potere d'acquisto che si somma a quella dovuta all'incremento dell'Iva nel 2012, e che il prossimo anno dovrebbe arrivare a 30 milioni di euro.

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