Spettacoli / Teatro

"Mostr’ami ", giovani in scena contro gli stereotipi di bellezza

Proposto anche all'Auditorium Santa Chiara lo show nato a Civezzano che ha conquistato il Trentino: realizzato da una ventina di ragazzi di età fra i 15 a 22 anni, con l'aiuto della filodrammatica, propone testi e una mostra fotografica. Un'idea forte, nata da riflessioni sullo mediatico dominante di bellezza e sulla mercificazione soprattutto del corpo femminile

di Umberto Caldonazzi

TRENTO. La «bellezza» esteriore della persona e dei sentimenti, bellezza «del bello naturale» partorita e nata a Civezzano, nell’intimo di un piccolo teatro.

Bellezza nata spontanea e rimasta tale, fino all’apoteosi «spettacolo» esportato in città. Giovani – una dozzina – che con due rappresentazioni hanno conquistato i circa milletrecento altri ragazzi di istituti superiori di Trento, convenuti per l’occasione all’auditorium cittadino Santa Chiara.

In un emozionante crescendo andato leggiadro fra bellezza autentica di corpo e anima, con la leggerezza risultata «naturale» dei movimenti.

«Mostr’ami – contro gli stereotipi di bellezza». Un titolo che, oltre a creare curiosità, invita a approfondire su quella traduzione che porta a «Mostrarsi amandosi». Così com’è l’interpretazione offerta dalle giovani protagoniste che ne hanno ideato e costruito questo contenitore di «vera bellezza».

Intendiamoci, «vera bellezza» in quanto tale, naturale e insita nelle persone. Bellezze diverse, quelle esteriori che ogni occhio riesce a cogliere. La «vera bellezza» che l’essere vivente dotato d’animo sa accogliere dal riflesso intimo dell’altro.

«Mostr’ami – contro gli stereotipi di bellezza» è un progetto a ampio respiro che accompagna, abbraccia, aiuta e sostiene le ragioni di mente e corpo a resistere e cercare di respingere quella forza d’urto che pervade il mondo, ponendo insicurezze nel quotidiano di ognuno e insinuandosi subdolamente a soffocare la crescita di adolescenti e giovani.

La rivoluzione della «bellezza» esteriore qual è voluta e percepita dalle stagioni del consumismo, in contrapposizione con quella «bellezza autentica, vera, naturale, non barattabile» proposta dalle immagini «segnate» di giovani, venuti alla luce dagli scatti sensibili e profondi della giovane Anna Pacher.

Questo progetto è stato realizzato da una ventina di ragazzi di età fra i 15 a 22 anni, che con il supporto della Compagnia filodrammatica Civezzano, si sono occupati degli allestimenti della mostra, della creazione del logo, delle locandine, dei volantini, dei post sui social, della realizzazione dei video, della ricerca e composizione dei testi da leggere per lo spettacolo che accompagna la mostra fotografica.

L’idea, peraltro di grandezza unica, nella sua disarmante semplicità, è venuta dall’intimo del chiuso domestico al tempo della pandemia da Coronavirus, in seguito a scambi «a distanza» fra un paio di ragazze pervase dal disgustoso mondo della bellezza artificiale, superficiale, ostentata e schiaffata in ogni dove attraverso i «social media». Una sorta della «solita mercificazione, soprattutto del corpo femminile» da penetrare in pensieri, desideri e sogni della gente.

«Dobbiamo fare qualcosa – ci hanno confidato Anna, Elisabetta e Giulia, anche per conto delle altre protagoniste – proprio perché partendo dai cosiddetti difetti e dalle conseguenti insicurezze, si può giungere a sconfiggere le fragilità con le quali combattiamo quotidianamente, per giungere a scardinare le falsità». Fra gli esempi di queste tematiche complesse «che rimangono estranee al mondo scolastico» le protagoniste ricordano una loro amica che ha imboccato la strada della anoressia «mentre abbiamo anche testimonianze di giovani, sentitisi giudicati, con conseguente acquisizione di nuove insicurezze».

Allora, che la «bellezza» naturale, spontanea, pulita, fresca, vada pure in scena.

Dove si colgono con favore gli elementi positivi recepiti da questi giovani (anche due maschi), che hanno frequentato con profitto la scuola di teatro e recitazione proposta dalla Filo di Civezzano.

Una bellezza che abbiamo potuto apprezzare pure nei movimenti pertinenti e disinvolti proposti dal palcoscenico. Ancora più esaltati dalla nudità del leggero camminare. La «bellezza» dai piedi scoperti, e su fino ai motivi della recitazione a proclamare ogni sfaccettatura della bellezza. Poi trasportata in «eco» sullo specchio della «bellezza» che viene proiettata sul grande schermo. Quello autentico del teatro. In un crescendo di applausi e emozioni che soprattutto sanno platee giovani sanno riflettere in «autentica bellezza».

Con questo spettacolo «inno all’autentica bellezza» venuto da Civezzano e ora richiesto in ogni dove.

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