Musica / Intervista

Gio Evan in concerto a Trento, con il «Mareducato» tanta poesia e musica

L’artista pugliese, già sul palco dell’Ariston di Sanremo con «Arnica», approda all’auditorium Santa Chiara

di Fabio De Santi

TRENTO.  Il suo disco “Mareducato” è considerato uno dei più ispirati di questo 2021 e anche la sua ultima fatica letteraria, “Ci siamo fatti mare”, ha ottenuto ottimi risultati. Lui è il poeta e cantautore Gio Evan che approderà Trento domenica 12 dicembre all'Auditorium S. Chiara, alle 21, nell'ambito del tour “Abissale” che sta toccando i teatri delle maggiori città italiane. Di questo live e anche della sua prima apparizione al Festival di Sanremo con il brano “Arnica” abbiamo parlato con l'artista pugliese.

Gio Evan, che concerto si deve aspettare il pubblico di Trento?

“Possibilmente è meglio non aspettarsi nulla dall'arte, è sempre meglio aspettarla e basta. Ma non per possibili delusioni, aspettative e conoscenze, bensì, permettiamo meglio all'arte di poter albergare dentro noi senza sgomitare tra le postazioni pensieristiche”.

Ci sarà spazio anche per il suo essere poeta?

“Non sono un poeta di professione, sono un poeta nella vita, nell'attitudine, nei gesti, quindi sarà ovunque e dappertutto. Ma soprattutto per sempre. Sarà nelle letture, nelle pause, nelle luci, nelle canzoni, nel pubblico. Tutto poesia, poesia in ogni dove”.

Cosa racchiude la sigla "Abissale" con cui ha marchiato questo tour?

“Dopo essere affondato in Mareducato, avevo voglia di risalire e risalire a me stesso. Ho avuto voglia di inventare una profondità situata in alto però, non più in basso. Si dice sempre “è caduto in profondità”. Ecco dopo questo spettacolo si potrà dire “è salito in profondità”. Da questo pensiero ho partorito Abissale”.

Si aspettava il successo ottenuto con il suo ultimo disco "Mareducato"?

“Ho una relazione molto libera con l'arte che mi vive dentro, una volta uscita una mia opera, non mi appartiene più, sto pensando alla prossima. Quindi no, non me l'aspettavo per niente. È molto bello, ti fa sentire il cuore dappertutto quando senti altri che cantano i tuoi motivi”.

Quanto è stata importante per lei la vetrina dell'Ariston con il brano "Arnica"?

“Sanremo è una bellissima realtà, sapevo che non facesse per me, ma per me era una grande opportunità far sentire le parole di Arnica a tutta Italia, ne sono grato fino al midollo”.

Oltre la musica lei ha pubblicato quest'anno il libro "Ci siamo fatti mare": cosa racconta in queste pagine?

“È una immersione sull'empatia più che altro. Tratto vari temi a me sacri, come l'altruismo, la visione di insieme, l'intelligenza emotiva...”.

Un libro, oltre al suo, che consiglierebbe di acquistare a Natale ai lettori dell'Adige?

”Il libro delle ore felici di Jacominus Gainsborough” di Rebecca Dautremer.

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