Musica / Live

Oggi pomeriggio i Nomadi alle Lochere: «Ritrovare il pubblico trentino ci riempie d’affetto»

Intervista al leader Beppe Carletti, che ci parla del loro nuovo album, della canzone dedicata a Daolio e dell’amicizia con Gino Strada

di Fabio De Santi

LEVICO. Conto alla rovescia iniziato per il ritorno dei Nomadi in Trentino. La band guidata da Beppe Carletti sarà domenica pomeriggio in concerto all'Arena delle Lochere di Levico (inizio ore 17.30; ancora duecento circa i biglietti disponibili) nell'ambito del tour estivo legato al lancio del disco Solo esseri umani uscito lo scorso aprile per Bmg.

Per i Nomadi si tratta di un ritorno alle Lochere dopo lo spettacolo dello scorso anno e ad accoglierli ci saranno i tanti fan trentini con i quali il gruppo ha un rapporto speciale fin dalle origini.

Con Beppe Carletti, anima della band di Novellara che il 12 agosto ha festeggiato le 75 primavere, abbiamo parlato del nuovo album e dell'attuale momenti dei Nomadi.

Carletti, il vostro ultimo album ha un titolo forte come "Solo esseri umani": cosa vuole esprimere?

«Le canzoni di questo disco si legano particolarmente al momento che stiamo vivendo. Le tre parole chiave sono quelle di valori, amore e vita. L'attualità oltre alla pandemia è legata anche all'Afghanistan, alle scene terribili a cui stiamo assistendo, o ad altre zone del mondo. Purtroppo in certe situazione sembra che l'uomo anche nel terzo millennio non abbia capito e imparato nulla. Per questo certi messaggi, purtroppo mi viene da dire, sono ancora molto attuali».

Un nuovo capitolo, uscito per Bmg, nella storia dei Nomadi uscito in un periodo non facile per tutti.

«Devo dire che mi ha dato una grande soddisfazione vedere come una multinazionale, una delle poche rimaste, come la Bmg abbia scelto di legarsi ad un gruppo come il nostro che ha già cinquantotto anni di vita alle spalle».

La title track è cantata insieme ad Enzo Iacchetti come è nata questa collaborazione?

«Tutto nasce dall'amicizia che ci lega ad Enzo. Un giorno l'ho chiamato per chiedergli se gli faceva piacere duettare con noi. Non ho fatto in tempo a finire la domanda che Enzo ha detto sì e credo sia nato un brano molto intenso».

I Nomadi non si fermano davvero mai e siete in tour anche questa estate: come avete impostato il nuovo live?

«In scaletta ci sono quasi tutte le canzoni tratte da "Solo esseri umani" intrecciate con alcuni dei classici del nostro repertorio che sono le nostre radici, il nostro punto di partenza, e che non possiamo dimenticare così come non lo fanno i nostri fan. Per questo spettacolo abbiamo scelto anche di puntare anche su immagini, alcune delle quali anche piuttosto toccanti che fanno ricordare quello che è stato. Diciamo che è un concerto che si presta ad essere sia ascoltato sia visto».

C'è qualche canzone in scaletta che suonate con uno spirito particolare in questo tour?

«Sì, ed è dedicata ad Augusto Daolio. Si tratta de "Il segno del fuoriclasse" tratta dall'ultimo disco: non avevamo mai inciso una canzone per lui in maniera esplicita. Dopo ventotto anni che Augusto non è più con noi era arrivato il momento giusto. Il fuoriclasse va sempre ricordato nella musica come in altri campi».

Un vero fuoriclasse della solidarietà era anche Gino Strada.

«Gino Strada era un amico dei Nomadi da sempre. Chi ha dato per la prima volta il palco ad Emergency siamo stati noi. Ricordo quando lo abbiamo ospitato in occasione di un nostro concerto a Viadana di Mantova: da allora fra noi c'è sempre stato un rapporto speciale e con Emergency, anche nel suo ricordo, ci sarà sempre».

"Solo essere umani" è uscito anche in vinile.

«Sì, ed è una cosa che mi dà un piacere immenso. Ormai la musica è quasi solo digitale, non si vendono neanche i cd, e la riscoperta del vinile significa rivalutare tanti aspetti della proposta di un musicista, di una band. Tenere in mano un lp, guardare la cover di copertina è impagabile, altro che chiavette usb!»

Il futuro dei Nomadi?

«Per me il futuro sono le Lochere e il trovare nuovamente la gente trentina che ci riempie sempre di affetto. Un affetto che proveremo a ricambiare con le nostre canzoni».

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