Musica / Evento

Musica Riva Festival, questa sera ecco a voi i «Neri per caso»

Oggi il live al Parco della Rocca per il gruppo vocale «a cappella» più famoso d’Italia: dall’exploit di Sanremo 1995 al grande ritorno… con i Beatles

di Fabio Desanti

RIVA. Sono considerati come il gruppo a cappella più importante del panorama italiana e sono tornati alla ribalta proprio in occasione dell'ultimo Festival di Sanremo nella serata dei duetti, al fianco di Ghemon. Loro sono i Neri Per Caso attesi questa sera, giovedì 29 luglio, alle 21.30 al Parco della Rocca per uno degli appuntamenti più attesi del Musica Riva Festival (ingresso libero, con prenotazione). Un'occasione per ritrovare o per scoprire nella dimensione live una formazione, oggi composta da sei elementi e lanciata nel 1995 proprio a Sanremo con il brano “Le ragazze” che li aveva sbalzati in vetta alle classifiche. Con Mario Crescenzo, uno dei componenti originali dei Neri Per Caso, abbiamo parlato del concerto trentino e del presente della band.

Mario Crescenzo, quali colori avrà il vostro show al Musica Riva Festival?

“Sarà un excursus di tutta la nostra carriera diventata, anche se non ce ne siamo ancora resi conto è parecchio lunga e dura da più di venticinque anni. Ci sentiamo ancora ragazzini ma abbiamo pur sempre i nostri cinquant’anni ed è quasi doveroso per noi raccontarci partendo da quelli che noi chiamiamo “i primi vagiti a cappella”. Inizieremo dalle canzoni dalle origini quando eravamo fissati con il pop di Michael Jackson ma soprattutto da “Englishman in New York” di Sting che apre quasi sempre i nostri concerti”.

Contenti di ritrovare il pubblico?

"Ho vissuto il periodo dei vari lockdown con una certa angoscia della ripresa che vedevo lontana. Salire sul palco mi a fatto subito guarire da questa pesante sensazione. E’ bellissimo tornare ad abbracciare la gente…certo siamo lontani dalla normalità...ma è già grandioso provare questa sensazione di ristoro".

Da anni siete considerati come un gruppo cardine per il canto a cappella in Italia: vi ha mai pesato o condizionato questo ruolo?

"In alcune occasioni sì. Il ruolo di “consiliori” come si dice nel film “Il padrino” a volte ci ha pesato ma nello stesso tempo ci ha permesso di dare dei consigli a tanti giovani gruppi nati sulla nostra scia e decisi ad esplorare le strade del canto a cappella con l'uso della voce a 360°".

La vostra stella ha iniziato a brillare nel 1995 quando “Le ragazze” ha vinto la sezione “Nuove Proposte” del Festival di Sanremo: cosa vi resta di quei momenti?

“Ci resta l’incoscienza di come abbiamo vissuto quella fantastica esperienza. L'impatto, per parlare di me, su un ragazzo di ventiquattro anni di quella vittoria, è stato esplosivo, così come la gioia che abbiamo provato. Ci siamo ritrovati ad essere inseguiti dalle ragazze con un exploit che nessuno si aspettava. Nemmeno i nostro produttori”.

Proprio quest'anno siete tornati, dopo altre apparizioni in passato, sul palco dell'Ariston insieme a Ghemon: che effetto vi ha fatto?

“Abbiamo trovato un Sanremo nuovo più fresco che ha voglia di esplorare nuove strada con più attenzione ai giovani. Un Sanremo che per la prima volta è stato vinto da una band come i Maneskin che si sta imponendo elle chart internazionali. Un grande risultato musicale che va riconosciuto al direttore artistico del Festival che ha osato più in passato senza dimenticare però i “vecchi saggi”, come presto diventeremo anche noi, che si trovano bene all'Ariston".

Tantissime le vostre collaborazioni: quali sono quelle che vi sono rimaste nel cuore?

“Il ricordo più intenso è quello di Lucio Dalla. Con lui c’è stato un avvicinamento umano al di là della collaborazione artistica. Lucio ci ha portati a casa sua, ci ha ospitati al festival delle Tremiti. Ricordo sempre i suoi aneddoti…raccontava cose incredibili e a volte ti chiedevi se potevano essere vere e io rimanevo a bocca aperta. Ci manca davvero tanto”.

Perché l'omaggio ai Beatles nel disco “We love The Beatles” targato 2019?

“Ad inizio dell’intervista parlavo dei nostri inizi che comprendevano anche i Beatles, Pino Daniele e pure i Beach Boys. I Beatles superano ogni barriera temporale, sono sempre attuali, e abbiamo voluto rendere omaggio ai Fab4 alla nostra maniera”.

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