Motori / La passione

E Marco Melandri salì sul mitico «Capriolo» Caproni degli anni Cinquanta

Inaugura oggi la mostra al Museo di Mattarello: esposti molti modelli della mitica motocicletta che si produceva a Trento, insieme alle schede tecniche ed ai progetti dell’archivio

TRENTO. Inaugura oggi al Museo dell'aeronautica Gianni Caproni la mostra “Dalle ali alle ruote. Il Capriolo. Epopea di una moto trentina (1951-1962)”, realizzata dalla Fondazione Museo storico del Trentino in collaborazione con il Registro Storico Capriolo e con il patrocinio di ASI-Automotoclub Storico Italiano
All’anteprim, questa mattina, era presente anche il pilota motociclistico Marco Melandri, campione del mondo della classe 250 nel 2002. «La moto è stata la mia vita, ultimamente coltivo anche la passione per il volo e quindi non potevo mancare a questo felice connubio tra motociclette e aerei», queste le parole di Melandri, che da qualche anno è diventato trentino di adozione.
Assieme al campione anche l’assessore Mirko Bisesti e i curatori della mostra Riccardo Benelli, Marco Felli, Franco Nardelli e Alberto Ianes.

Un po' di storia

Negli anni '50, finita la guerra, l'industria aeronautica è in crisi: le commesse pubbliche si esauriscono, la richiesta di appoggio al governo italiano si rivela infruttuosa e viene meno anche la domanda estera. La società Aero Caproni Trento deve reinventarsi. Ma che cosa produrre nell'Italia inebriata dalla prima motorizzazione? La Caproni prova a inserirsi nel mercato delle moto e inizia a produrre componenti di motociclette e moto-scooter per conto terzi. Un documento d'archivio del 1952 dà riscontro delle collaborazioni in atto. Per il marchio Ducati la fabbrica trentina produce i telai del modello 65 e della moto Mondial 160 cc. Per il marchio Guzzi i telai del modello “Galletto” e alcuni particolari del Guzzini 65 e della 500, oltre che del motocarro “Ercole”. Giuseppe Perini, un autodidatta geniale nel 1950 realizza un prototipo, con motore 75 cc, e lo collauda: si chiama moto Capriolo 75 ed è presentata per la prima volta alla XXIX Fiera Internazionale del Ciclo e del Motociclo di Milano nel gennaio 1952. Inizia la produzione su scala industriale. Nell'officina di Arco escono i motori, in quella di Gardolo i telai e si procede all'assemblaggio delle moto. Fino al 1962 sono migliaia le motociclette realizzate negli stabilimenti di Arco e di Gardolo, prima sotto l’insegna dell’Aero Caproni (1951-1957), poi sotto quella di Aeromere (1957-1962).

La mostra

L’allestimento inaugurato oggi è nato dalla collaborazione tra Fondazione Museo storico del Trentino e Registro Storico Capriolo (l'associazione di amatori della Capriolo), espone otto motociclette d’epoca, esemplari originali (o restaurati come gli originali), di cilindrata diversa e caratteristiche costruttive differenti che racchiudono in sé la storia di questa moto prodotta in Trentino.
«Presso l'Archivio provinciale di Trento – afferma Alberto Ianes, curatore della parte storica e storico economico della Fondazione Museo storico del Trentino – è conservato l'Archivio Caproni, una mole di materiale davvero interessante, che varrebbe la pena di accostare e studiare in maniera approfondita. L'esposizione Capriolo costituisce una prima valorizzazione della documentazione raccolta. Accanto alle moto, il visitatore viene accompagnato lungo un percorso che corre su due binari paralleli. Il primo illustra i modelli prodotti, le cilindrate, le caratteristiche costruttive, di telai e motori, il venduto per ciascun esemplare. Il secondo binario restituisce invece l’evoluzione storica e sociale, il contesto tutt’intorno al Capriolo: la nascita, i cambi societari, il tempo libero e il tempo di lavoro, la motorizzazione che anche il Capriolo ha aiutato a plasmare».
«Questa mostra rappresenta il coronamento di un'aspirazione», afferma invece Franco Nardelli, uno dei curatori - assieme a Riccardo Benelli e Marco Felli - della parte tecnologica e presidente del Registro Storico Capriolo. «Fin dal 1998, quando con Massimo Caproni costituimmo il Registro Capriolo – prosegue Nardelli – volevamo evocare la storia di quella che è stata l'unica moto costruita in Trentino; e ci sarebbe piaciuto farlo in una sede appropriata. Oggi, con l'allestimento al Museo Caproni e con la cornice scientifica della Fondazione Museo storico del Trentino, quel sogno si è concretizzato”.

Oggi pomeriggio, alle 17.30 l’inaugurazione ufficiale che vedrà la presenza del presidente della Fondazione Museo storico del Trentino Giorgio Postal e del direttore Giuseppe Ferrandi, assieme ad Alberto Scuro, presidente di ASI - Automotoclub Storico Italiano, Danilo Castellarin, Presidente Commissione Musei ASI, Stefano Antoniazzi, Presidente Commissione Tecnica Nazionale Moto e Presidente GAMEAG - Gruppo Auto Moto d’Epoca Alto Garda, arch. Giuseppe Gorfer, Presidente Scuderia Trentina Storica, Davide Brancalion, Presidente Veteran Car Team di Bolzano, Antonio Armani, Presidente Fondazione Luigi Negrelli, Franco Nardelli, Presidente Registro Storico Capriolo.
La mostra sarà visitabile da sabato 26 giugno fino al 31 dicembre 2021, da martedì a domenica dalle ore 10.00 alle 18.00.

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