Cinema / Opera prima

"Rispet", quel ritegno dei montanari indagato da Cecilia Bozza Wolf: in val di Cembra le riprese del film

La giovane regista trentina racconta un comportamento sociale e individuale diffuso nelle comunità di montagna, fra difficoltà a dialogare, ritrosia, vergogna e censure per non violare gli equilibri consolidati rischiando di finire derisi o esclusi

di Fabio De Santi

TRENTO - Ha un titolo diretto come quello di "Rispet" il primo film di Cecilia Bozza Wolf. La giovane regista trentina dopo il convincente "Vergot" torna in val di Cembra per realizzare un lungometraggio, prodotto da Stefilm International in collaborazione con AviLab.

Le riprese della pellicola sono incominciate da pochi giorni e saranno interamente girate tra i paesi e i vigneti della valle trentina, impegnando la troupe e un cast di attori non professionisti per circa quattro settimane.

"Raccontare i malesseri delle comunità di montagna è un atto d’amore", dice Cecilia Bozza Wolf, così come lo è un titolo come "Rispet" una parola dialettale trentina che racchiude in sé un mondo di emozioni e di conflitti, un sentimento ambiguo che oscilla tra l'onore e la vergogna, capace di condizionare nel profondo i comportamenti degli abitanti delle comunità montane.

Il lavoro sul film  impegnerà la troupe, un cast di attori non professionisti e una trentina di figuranti: un segnale di speranza e di ripartenza, per un settore profondamente colpito dalla pandemia.

"Rappresentare il 'rispet', per me – spiega la regista - significa parlare di un sentimento che ha condizionato tutta la mia vita: nonostante me ne sia andata dal mio paese di montagna a diciotto anni, e abbia avuto l'occasione di conoscere altri mondi, una parte di lui sopravvive radicata nel mio intimo, come una vecchia cicatrice che ogni tanto torna a dare fastidio".

In questa caso il suo lavoro è  influenzato dal libro del sociologo Christian Arnoldi, Tristi montagne. Guida ai malesseri alpini (Priuli e Verlucca), che descrive il “rispet” come la ritrosia, il ritegno, la vergogna, emozioni che portano le persone a soffocare sentimenti e desideri pur di non violare gli equilibri consolidati di una comunità e rischiare di venire derisi o esclusi.

"Con questo film – sottolinea Cecilia Bozza Wolf - ho voluto mettere in luce questo particolare aspetto della vita in montagna. Non l'unico, certo, ma quello che più di tutti finisce nascosto sotto al tappeto, come la polvere che non si vuole vedere.

Sono nata e cresciuta in un piccolo paese del Trentino, ho vissuto in prima persona il “rispet” e le sue conseguenze, talvolta anche tragiche, ma ho deciso da adulta di continuare a vivere in un paesino di montagna. Considero questo film un atto d'amore, non di disprezzo, nei confronti della realtà che mi circonda, una realtà che rimane pur sempre casa mia".

Il film, scritto dalla regista insieme a Raffaele Pizzatti Sertorelli, è certificata Green Film, un marchio promosso dalla Trentino Film Commission e assegnato ai progetti audiovisivi che adottano pratiche rispettose dell'ambiente durante le riprese.

Da aggiungere che come nel caso del convincente "Vergot" anche in "Rispet" Cecilia Bozza Wolf ha scelto di lavorare con un cast di attori trentini non professionisti, con i quali ha intrapreso un percorso intenso per fare emergere sentimenti, emozioni ed esperienze di vita vissuta, che in parte troveranno spazio nelle storie dei protagonisti del film.

"Rispet" è realizzato con la collaborazione di Trentino Film Commission, la partecipazione della Provincia Autonoma di Bolzano - Alto Adige e della BLS e con il sostegno della Direzione generale Cinema e audiovisivo (MIC - Ministero della Cultura), sviluppato con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte - Piemonte Film Tv Development Fund e con la collaborazione di RAI Cinema e Montura.

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