Un tocco di Trentino alla Mostra del cinema

The Book of Vision mostra poco a poco la sua anima visionaria e, a tratti, le atmosfere di Terrence Malick, maestro del regista e produttore di quest’opera di Carlo S. Hintermann. Film d’apertura della 35ª edizione della Settimana internazionale della critica alla Mostra del cinema di Venezia, finanziato dalla Trentino Film Commission e girato per alcune scene in Trentino, mette in scena la storia di Eva (Lotte Verbeek nella foto), giovane dottoressa. Scoprirà Johan Anmuth (Charles Dance), medico prussiano del Settecento in bilico tra illuminismo e animismo. Una scoperta che cambierà la natura di Eva. Sarà il manoscritto del medico, «Book of Vision», ad intrecciare poi le loro esistenze al di là del tempo. Eva e Johan si incontreranno infatti nel ‘700 come nell’oggi essendo i loro destini fatalmente uniti.

«La possibilità di attraversare il tempo mi ha sempre affascinato - dice Hintermann -. Forse il primo motivo per cui mi sono innamorato del cinema è la sua capacità di saltare in dimensioni temporali e spaziali diverse. The Book of Vision fa di questa possibilità un elemento di forza. E questo grazie alla passione maturata verso i film fantasy degli anni ‘80 e ‘90 con i quali sono cresciuto, da I Goonies a Labyrinth, da La Storia infinita a Ritorno al futuro». Il meccanismo continua: «È sempre lo stesso. Si tratta di aprire una porta verso una dimensione inaspettata, verso il fantastico. The Book of Vision - continua - vuole essere un omaggio alla forza inesauribile della vita e alla necessità di una continua rinascita».

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