Cristina Donà sul Lagorai con le sue Canzoni in Controluce

di Fabio De Santi

E’ affidata alla voce, insieme grintosa e delicata, di Cristina Donà l’apertura della seconda edizione del festival “Lagorai d’inCanto”, rassegna musicale in acustico che punta alla valorizzazione e promozione del territorio a ridosso della catena del Lagorai e del Gruppo di Cima D’Asta. L’appuntamento è quello di domenica 1 luglio, alle 11, nella cornice del Laghetto delle Prese, dove Cristina Donà presenterà il set legato a “Canzoni in controluce”. Una bella occasione per ritrovare o scoprire una delle musiciste più ispirate del cantautorato italiano degli ultimi vent'anni.

Donà, quali forme avrà il suo concerto sul Lagorai?

“Anche se amo moltissimo le formazioni con molti musicisti questa volta sarò in una delle mie vesti preferite, più essenziali, accompagnata da un musicista coi fiocchi come Saverio Lanza. Ho iniziato la mia carriera con la mia chitarra e la mia voce e ogni tanto sento il bisogno di tornare alle origini, credo che faccia parte di una versione di me. Mi piace valorizzare l’espressività vocale che emerge in queste occasioni, cioè quando ci sono pochi strumenti. La voce diventa qui ancor più lo strumento principale e questo è un aspetto che mi riporta alle radici di questo mestiere che ho imparato a fare da sola”.

Sono passati più di vent’anni, era il 1997, dall’uscita del suo primo album “Tregua”: che effetto le fa?

“Lo scorso anno ho riproposto in tour questo disco ma l’effetto nostalgia per fortuna non c’è stato, ho sempre fortunatamente avuto la possibilità di fare quello che mi andava di fare e quindi non mi sono ritrovata a dire “Ah, però che bello, quello che succedeva allora!”. Le scelte che ho fatto, le ho compiute sempre con una grande libertà. Se ci deve essere una nostalgia legata a quel momento, forse è legata al periodo storico che vedeva ancora la musica fatta con delle modalità e delle possibilità (anche a livello economico) di lavorare in una certa maniera. Ciò non significa che adesso, siccome i metodi sono diversi, si faccia musica peggiore, però c’era forse un tipo di attenzione anche verso l’artista un pochino diverso”.

Mentre lei quanto è cambiata nella sua dimensione d’artista?

“Mi sento diversa nell’approccio musicale, nell’approccio alla melodia che all’epoca un poco mi faceva paura e invece poi ho scoperto di desiderare sempre di più un allargamento delle trame musicali, armoniche e anche melodiche, provare diversi ambiti, diverse metodologie nell’affrontare quello spazio che sta tra il pop e il rock che mi appartiene. Mi sento uguale nel rispetto e nel desiderio verso quello che per me è una sacralità, un ambito sacro che è quello della musica e il desiderio di fare sempre del mio meglio. Portare delle emozioni non per forza mie, anche di altri che io raccolgo ma che siano comunque incanalate nella maniera migliore”

Oltre i live a cosa sta lavorando?

“Ci sono diverse cose in ballo a partire dall’album nuovo che uscirà sicuramente l’anno prossimo, non so ancora esattamente quando. Sto partecipando a diversi progetti e questo è il motivo per cui ci ho messo tanto a fare questo mio nuovo disco. Uno ha come filo conduttore l’acqua e si chiama “Sea Songs” riprendendo un titolo di Robert Wyatt mentre un altro è dedicato a Fabrizio De Andrè”.

Qual è il suo rapporto con i Social?

“Dire d’amore e odio: l’odio è per il tempo che mi portano via, l’amore c’è perché comunque quello con i Social è un rapporto che mi mette in contatto con le persone che mi seguono quindi cerco di dedicarmici al meglio a mio canale Facebook che è ormai imprescindibile ma curo con passione anche la mia newsletter”.

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