Lee Ranaldo incanta a Sanbàpolis interrotto dall'allarme anti-incendio

di Fabio De Santi

Ci sono tante sfumature nella musica che propone oggi con la sua chitarra Lee Ranaldo. Il musicista americano unisce infatti nei brani del suo ultimo disco «Electric Trim» la tradizione del rock a stelle e strisce, quasi cantautorale, ad alcuni momenti più furiosi e caotici tipici di quei Sonic Youth di cui fu una delle anime con derive «lo.fi».

Il concerto di martedì sera al Teatro Sanbàpolis nell’ambito della rassegna «Transiti» curata da Alberto Campo per il Centro Santa Chiara ha visto Lee Ranaldo (qui sotto nella gallery di Luigi Telesca) accompagnato sul palco da Raul Refree alla chitarra elettrica e sintetizzatore, e Booker Stardrum alla batteria e percussioni.

Un’ora e mezza di live set durante il quale si sono ascoltate diverse tracce proprio da «Electric Trim» fra cui vanno menzionate «Moroccan Mountains» e «Unkle Skeleton» dall’anima decisamente folk. Il tutto senza dimenticare il grido di rabbia «Fuck Trump!» lanciato dall’artista newyorkese.

Da segnalare, prima del bis, l’avviso di allarme, in italiano ed inglese, lanciato dall’ipersensibile impianto antincendio del teatro che ha creato qualche istante d’apprensione fra il pubblico e anche sul palco. Dopo esser stati tranquillizzati Lee Ranaldo e i suoi musicisti hanno concluso senza problemi la loro esibizione.

 

 

 

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