Addio a Lino Toffolo cabarettista genio dell’ironia

È morto Lino Toffolo, il cabarettista genio dell’ironia, l’attore di tanti film e programmi televisivi, entrato nelle case degli italiani con quel sorriso aperto e quel tanto di cadenza dialettale nella parlata che volutamente marcava le sue origini veneziane, meglio muranesi.

Toffolo è morto dopo un malore che l’ha colto nella sua casa a Murano, in quell’isola del vetro in mezzo alla laguna che non ha mia voluto lasciare nonostante la sua attività l’abbia portato spesso lontano. «Sono nato qui, abito qui e non me ne andrei mai», aveva detto in un’intervista, tanto che negli ultimi anni difficilmente aveva accettato di lavorare oltre i confini del triveneto, proprio per poter tornare a casa ogni sera. A Murano, aveva detto, «metà sono parenti e metà amici».

L’attore, ma anche cantante e autore di spettacoli teatrali, che avrebbe compiuto 82 anni a dicembre, era reduce da un recente ricovero ospedaliero per una frattura a un polso causata da una caduta. Negli ultimi anni si erano manifestati problemi cardiaci. Nella serata di ieri il malore e inutili sono stati i tentativi di soccorso da parte del personale sanitario del Suem.

Murano, Venezia, si sono subito strette attorno a un ‘simbolò della laguna, a un protagonista dello spettacolo e della cultura, l’interprete eccelso di una certa venezianità.

«Era una grande maschera, sotto la quale - ricorda Gianfranco Bettin - c’erano una vita vera, un’arte autentica, una storia sapientemente e vitalmente veneziana». Un uomo ‘in scenà che muove i suoi primi passi distante dalla sua isola, in quella Milano degli inizi degli anni ‘60 che al Derby vede tra i suoi protagonisti Enzo Jannacci. Di pari passo la carriera in televisione, in Rai. Incide dischi, sforma canzoni come «Oh Nina». Poi, a metà degli anni ‘70, canta la sigla televisiva ‘Johnny Bassotto« e diventa idolo dei bambini. Al cinema, partecipa a film di Monicelli (Brancaleone alle Crociate), di Festa Campanile, di Samperi, Risi e Celentano (Yuppi du). In televisione è accanto Lino Banfi o a Gigi Proietti.
Attento ‘lettorè della società e delle cronache, veneziane in testa, non risparmiava battute e interventi su Fb.

L’ultimo, il 9 maggio scorso:«Ragazzi e ragazzini, scusatemi! Non è solo perchè sono invidioso della vostra età! Ma sdraiarsi sui binari per farsi un selfie un attimo prima che passi il treno non è coraggio, ma mona pura, da 24 carati! Vi auguro che il vostro angelo custode non si stufi e sia sempre pronto a salvarvi! (l’ho fatto anch’io andare a letto stanco morto!). Ma neanche si può contare su di Lui all’infinito! Scusatemi ancora, e ricordatevi anche dei vostri genitori!».

Tante le attestazioni di cordoglio, dal sindaco di Venezia Luigi Brugnaro al governatore veneto Luca Zaia. Su twitter Teo Teocoli ha scritto: «Lino, vegnè zò da basso che te voio bèn», richiamando quella «Oh Nina» dell’amico scomparso.

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