«Trumbo», la storia di un comunista da Oscar

Può un comunista ad Hollywood vincere due Oscar? Sì se si chiama «Trumbo», proprio come racconta il film di Jay Roach dal titolo «L’ultima parola. La vera storia di Dalton Trambo», presentato in anteprima europea al festival del cinema di Londra e ora in sala dal 4 febbraio con la Eagle Pictures.

Siamo negli anni ‘40 nella Hollywood del maccartismo e della Guerra Fredda e la caccia è al comunista. Dalton Trumbo (Bryan Cranston) è a quei tempi uno tra gli sceneggiatori più pagati e famosi al mondo, fa parte della cosiddetta Hollywood ten, ristretta cerchia di professionisti del cinema famosi per essersi rifiutati di testimoniare di fronte al Comitato per le attività antiamericane (Huac - House Un-American Activities Committee).

E questo nell’ambito dell’ampia indagine sulle attività comuniste negli Stati Uniti.

Per questo suo rifiuto, e non solo, Trumbo fu accusato di essere a tutti gli effetti un comunista, inserito nella lista nera, e condannato a undici mesi di reclusione.

Tra i suoi grandi nemici l’allora potente giornalista ultrarepubblicana Hedda Hopper (Helen Mirren).
Dopo la condanna per ben tredici anni, Hollywood non fa lavorare Trumbo per non essere compromessa in derive ideologiche dannose per il business.

Lui che aveva al suo attivo pellicole classiche come "Kitty Foyle. Ragazza innamorata" e "Missione Segreta".

Trumbo è costretto a vendere la sua casa e a vivere ai margini di quel mondo dorato dal quale aveva ricevuto tutto. Si ritrova così a scrivere, ma sotto falso nome. Ritorna per lui la luce quando due pezzi grossi di Hollywood come Kirk Douglas e il regista Otto Preminger inseriscono il suo nome di sceneggiatore sui loro rispettivi film di successo come Spartacus ed Exodus.

Una riabilitazione che gli portò anche due Oscar per i soggetti di «Vacanze romane» (1954) e "La più grande corrida" (1956).

Tratto dal libro «Dalton Trumbo» di Bruce Cook, «L’ultima parola. La vera storia di Dalton Trumbo» il film ha la sceneggiatura a firma di John McNamara (Aquarius, Prime Suspect) e dello stesso regista Jay Roach.

Trumbo è Bryan Cranston, due Emmy Awards per la miniserie tv della AMC ‘Breaking Bad’ per il ruolo dell’insegnante di chimica Walter White cui è stato diagnosticato un tumore maligno «Il messaggio di questo film riecheggia a livello internazionale - ha detto Cranston a Londra -. Quando un governo abusa dei suoi poteri e la stampa viola i diritti civili di un cittadino».

E ancora l’attore: «È accaduto negli Usa, un uomo è finito in carcere per quasi un anno anche se non aveva commesso crimini».

«Questo è anche un film sullo spaventoso potere dei media - aveva detto sempre a Londra la Mirren - e il modo in cui ci può essere un abuso, come nel caso del mio personaggio, che gioca con la paura e la paranoia dei suoi lettori».

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