Politica

Terzo mandato impugnato, caso politico in Provincia: interrogativi sui riflessi nella giunta

Clima rovente dopo il ricorso del governo contro la legge che ha portato da due a tre il limite dei periodi consecutivi per il presidente. Affondo del segretario Pd, Alessandro Dal Rì: "L'autonomia non è un salvacondotto, l'impugnativa semplice conseguenza di una scelta forzata e divisiva"

VIDEO Fugatti: dal governo un atto politico contro l'autonomia trentina
IL FATTO Roma impugna la legge trentina sui mandati, la Lega vota contro

TRENTO - "L'autonomia non sia usata come salvacondotto per il potere di pochi". Il segretario del Pd del Trentino, Alessandro Dal Rì, interviene sul tema del terzo mandato dopo l'impugnazione da parte del governo Meloni delle norme provinciali che consentirebbe la ricandidatura. 

Se in passato, commenta Dal Rì, l'autonomia è stato lo strumento con cui il Trentino anticipava i tempi, "oggi invece, si invoca lo Statuto non per dare risposte migliori ai cittadini, ma per permettere a Fugatti di ricandidarsi per la terza volta consecutiva.

È un rovesciamento del senso stesso dell'Autonomia: da motore di responsabilità e innovazione collettiva a strumento di garanzia personale, sostiene il segretario dem. 

Chi governa il Trentino dovrebbe usare la forza dell'Autonomia per affrontare le grandi sfide di oggi: la casa, la sanità, la transizione ecologica, le disuguaglianze sociali e un economia trentina sempre più povera. Invece, si preferisce piegarla ad una logica di potere che nulla ha a che vedere con l'interesse generale.

Ecco spiegato il perché l'impugnativa del governo venga letta come un attacco all'Autonomia da chi ne ha un concetto distorto e confuso.

È invece la semplice conseguenza di una scelta forzata e divisiva fatta da una parte di maggioranza provinciale, che ha deciso di utilizzare la legislazione speciale per provare a piegare le regole al proprio tornaconto. 

Una situazione che racchiude in sé e rappresenta in modo plastico anche le devastanti spaccature interne ad una destra impegnata costantemente in una lotta per il potere senza fine", conclude Da Rì.

Insomma è un vero caso politico, l'impugnazione da parte del governo della legge trentina che aumenta da due a tre i mandati per il presidente della Provincia.

Un caso che potrebbe avere conseguenze politiche sulla giunta provinciale guidata da Maurizio Fugatti (Lega), che in aula può contare su 19 consiglieri provinciali su 21 della maggioranza. 

Chi è vicino al governatore - "se il governo impugna la legge trentina è una scelta politica", aveva detto - ritiene che un rimpasto sia improbabile ma non esclude che Fugatti, che ne ha facoltà, possa riconsiderare le deleghe all'assessora all'istruzione e vicepresidente Francesca Gerosa (FdI), contro la quale, lo scorso aprile, il consigliere provinciale Claudio Cia (ex di Fratelli d'Italia) aveva preparato una mozione di sfiducia.

"La mozione è pronta, adesso parlerò con il presidente. Siamo stati fermi per le comunali ma le firme ci sono", dice Cia all'Ansa.

In Trentino i rapporti tra la Lega e Fratelli d'Italia non si possono certo definire idilliaci. Una dimostrazione viene dalle recenti elezioni comunali, in cui i due partiti del centrodestra hanno spesso sostenuto candidati diversi e Fratelli d'Italia, ai punti, ha sottratto consenso al Carroccio rispetto alla precedente tornata elettorale. 

Nel 2021 c'è stato poi il caso delle due consigliere Katia Rossato e Alessia Ambrosi, che hanno lasciato la Lega per costituire il gruppo di FdI, fino a quel momento senza eletti. 

Un'altra spaccatura si era consumata anche in sede di formazione della Giunta Fugatti bis, nell'autunno 2023, con Fratelli d'Italia che spingeva per far nominare vicepresidente Francesca Gerosa, mentre Fugatti puntava su Achille Spinelli. Alla fine, dopo lunghe trattative, anche romane, l'aveva spuntata FdI, non senza conseguenze sul clima interno alla giunta appena insediata. 

Proprio sul terzo mandato, in consiglio provinciale a Trento poco più di un mese fa, si è consumata la spaccatura più profonda.

Dopo la votazione Fratelli d'Italia si è ritrovato con due consiglieri provinciali anziché quattro, perché Carlo Daldoss e Christian Girardi, andando contro le indicazioni del partito, avevano votato per il terzo mandato, lasciando poi FdI. 

Con il voto del Consiglio dei ministri, insomma, si è aperto un nuovo capitolo nei rapporti tra Lega e Fdi in Provincia di Trento.

comments powered by Disqus