Comunità / Il lutto

L’ultimo abbraccio a don Vittorio Cristelli, il «giornalista del Concilio»: nei suoi editoriali abrasivi nessuna paura dei poteri forti

Nel pomeriggio di oggi, 26 aprile, il funerale a Miola di Piné. Diresse Vita Trentina. In un pezzo aveva fotografato il mestiere: «Spetta alla stampa favorire e stimolare la partecipazione, essere vigile denunciatrice di storture». La gente lo amava: quando fu licenziato scese in piazza 

L'ANNUNCIO Chiesa trentina in lutto: è morto don Vittorio Cristelli 
IL RITRATTO. Il prete-giornalista chiamato a dirigere Vita Trentina

di Luigi Oss Papot

TRENTO. L'editoriale, a firma "CIVI" come le due lettere iniziali di cognome e nome, era atteso ogni settimana sulla prima pagina di "Vita Trentina": da quelle righe, specchio dei tempi, tracciava sentieri, denunciava anche, raccontava e spiegava il contemporaneo.

Don Vittorio Cristelli, a lungo direttore del settimanale diocesano (dal 1967 al 1989), è stato un sacerdote a suo modo rivoluzionario per i tempi, incarnando appieno il periodo conciliare: non per niente è stato definito "giornalista del Concilio" da alcuni suoi collaboratori oggi giornalisti. È spirato nelle prime ore di mercoledì 24 aprile, alla Casa del Clero di Trento, dov'era ospite da qualche anno. Aveva 94 anni ed era malato da qualche tempo.

Nato il 28 novembre 1930 in Belgio, a Chatelineau, dove il padre era emigrato con la famiglia da Miola di Pinè per fare il minatore, don Vittorio venne ordinato sacerdote nel 1955. Fu inizialmente vicario parrocchiale a Mori (1955-1957) e Oltrisarco-Bolzano (1957-1961); quindi catechista a Trento frequentando la facoltà di filosofia a Padova (1961-1965). Divenne professore in Seminario a Trento (1966-1967), direttore della Scuola di preparazione sociale (1962-1982); dopo gli anni da direttore di Vita Trentina, per il quale fu anche opinionista nei primi anni Duemila, fu anche docente alla Scuola di servizio sociale per educatori professionali (1962-2005). Nel 2009 fu nominato "Trentino dell'anno" e nel 2010 ricevette l'Aquila di San Venceslao.

Difficile descrivere in poche parole i mille aspetti che hanno caratterizzato la sua vita e l'affetto che la comunità trentina gli ha sempre riservato. Affetto nato dalle sue prese di posizione forti, in contrasto anche con l'establishment politico e la Chiesa stessa: memorabile la discesa in piazza di moltissime persone quando, nel 1989 il vescovo Giovanni Maria Sartori, arrivato da qualche anno a Trento, lo cacciò. Affetto perché quegli editoriali, anche lunghi, a firma "CIVI", spiegavano ai trentini come stava cambiando il mondo.

Nel pezzo per l'augurio di buon anno, nel gennaio 1970, scriveva nero su bianco la sua essenza: «Spetta alla stampa favorire e stimolare la partecipazione, farsi portatrice del dialogo schietto fra i cittadini e i membro del popolo di Dio; essere vigile denunciatrice di storture e involuzioni possibili; essere insomma lo specchio della comunità, dei suoi momenti successivi, dei suoi fermenti, delle sue conquiste, dei suoi errori, perché la comunità stessa, guardandosi allo specchio, possa riprendere quando è in stanca, rimediarsi quando è necessario, continuare quando è opportuno».

Per questo fin da subito inaugurò su Vita Trentina anche uno spazio dedicato alle lettere al giornale, oggi prassi comune, e si schierò dalla parte degli operai in protesta alla fine degli anni Sessanta. Fraterno amico di don Dante Clauser, altro sacerdote che ha fatto storia in Trentino, gli consigliò il nome "Punto d'incontro" per il progetto che aveva in mente di realizzare per farsi ultimo fra gli ultimi: il 13 febbraio 2013, in un duomo di Trento gremito per l'ultimo saluto a don Dante, rimase memorabile l'abbraccio fra don Luigi Ciotti e don Vittorio, che poi lodò l'amico Dante, «prete che, come dovrebbe fare ogni prete, ha dato manifestamente tutta la sua vita ai poveri, anzi ai più poveri»"; con l'esortazione finale «tu che sei nato per tappare i buchi, assistici da lassù e fa che non ci sentiamo soli. So che tu, per il tuo carattere e per la spiritualità che ti contraddistingueva, non vorresti che si faccia di te un quadretto, ma un padre, un amico, un compagno di strada. Ti preghiamo: continua la tua missione. Continuala».

Nell'ottobre 2022 uscì il suo ultimo libro che raccoglie i suoi scritti sul tema dell'etica venatoria e della salvaguardia ambientale, essendo anche cacciatore: temi che anticiparono di molto la riscoperta dell'importanza del rapporto tra uomo e natura, altra testimonianza di un sacerdote con lo sguardo sempre rivolto in avanti. Il funerale di don Vittorio Cristelli sarà celebrato oggi pomeriggio alle 15 a Miola di Pinè.

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