Viabilità / Il caso

Lavori al ponte Lueg, allarme degli autotrasportatori trentini: code di cento chilometri

I cantieri autostradali in Tirolo rischiano di penalizzare per molti anni il traffico su gomma: dopo il viadotto, si parla di ponte Europa e altre infrastrutture da rifare

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TRENTO. «Se l'Austria non cambierà idea all'ultimo minuto per noi saranno lunghi anni di passione». Pur non avendone fatto cenno all'assemblea che sabato scorso lo ha riconfermato presidente degli autotrasportatori aderenti all'Associazione Artigiani, Roberto Bellini non nega preoccupazioni per quanto potrebbe accadere al trasporto su gomma lungo l'asse del Brennero a causa del cantiere che dovrebbe aprirsi da metà dell'anno prossimo in territorio austriaco per il rifacimento del ponte di Lueg.

«È stato calcolato che la riduzione delle carreggiate nelle giornate di pieno carico porterà code di oltre 100 chilometri in territorio italiano - spiega - . E sarà un disastro per tutti. Per l'ambiente, perché un camion in colonna inquina molto di più che uno in circolazione, e per tutta la nostra economia: dai trasporti al turismo alla manifattura. Anche noi piccoli che magari lavoriamo meno con l'estero subiremo comunque pesanti ripercussioni visto che essendoci meno import ed export faremo meno smistamento della merce verso le ultime tratte».

«Io mi chiedo: dov'è l'Europa? Se esiste una tecnologia che la A22 ha già sperimentato con successo per ristrutturare i suoi viadotti senza ridurre la carreggiata né causare problemi al traffico, perché non si riesce ad imporre agli austriaci di operare allo stesso modo? Io credo che a Bruxelles dovrebbero battersi per mantenere in piedi il diritto alla libera circolazione delle merci che, oggettivamente, qui viene messo in dubbio».

Bellini ricorda poi che l'Austria dopo Lueg ha in previsione di fare interventi analoghi sul ponte Europa e su altri viadotti: «Il problema del Brennero a quel punto diventerebbe strutturale per almeno una decina d'anni: una cosa che noi riteniamo vada contro la logica europea».

Un tema dunque rispetto al quale tutte le 397 aziende artigiane dell'autotrasporto dovranno bene o male convivere e su cui sarà chiamato a lavorare il nuovo consiglio direttivo in carica per quattro anni e formato da Gianfranco Detassis, Franco Dalpiaz, Giampaolo Fassan, Franco Gavazza e Augusto Ramon.

All'assemblea di sabato sono intervenuti il presidente uscente dell'associazione Artigiani Marco Segatta, il presidente della giunta provinciale Maurizio Fugatti e le consigliere Vanessa Masè e Stefania Segnana, L'incontro è servito a proporre gli scenari futuri legati all'utilizzo di carburanti derivati del petrolio; l'elettrico applicato ai mezzi pesanti al momento non è ancora pronto a soppiantare le motorizzazioni tradizionali.

Il ruolo dei biocarburanti, in particolare dell'Hvo (olio vegetale idrotrattato), sarà molto importante per arrivare al processo di decarbonizzazione del settore; è un prodotto derivato da biomasse, che non contiene ossigeno ed è privo di aromatici e poliaromatici e può essere utilizzato puro nei motori validati per il suo impiego.

In seguito la Polizia locale di Trento Monte Bondone ha effettuato una relazione sui controlli ai veicoli e sulle future modifiche al Codice della Strada che interesseranno le imprese del settore.

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