Ritmi / Il cambio

La prossima settimana torna l'ora legale: c'è chi la vorrebbe per sempre

Il dibattito continua sui pro e contro del giro di lancette, che scatterà il 31 marzo. Molti chiedono che si metta fine al cambio optando per una delle due scelte, in Italia petizione per escludere sempre l'ora solare. Effetti su salute, energia, bollette e inquinamento ambientale

IL CAMBIO Ora legale, insonnia e umore nero per sette italiani su dieci
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EUROPA Resta aperto il confronto fra pro e contro le due "ore"

ROMA. Conto alla rovescia per l'ora legale: torna nella notte tra sabato 30 e domenica 31 marzo, con le lancette che dovranno essere spostate un'ora in avanti.

Un passaggio quello da ora solare a ora legale e viceversa non indolore, e che ha effetti su salute, energia, bollette, ambiente e tasche dei cittadini, al punto che già 336mila italiani hanno firmato la petizione online per rendere permanente l'ora legale tutto l'anno.

La Società Italiana di medicina ambientale (Sima) che assieme a Consumerismo No Profit ha avviato una raccolta firme per chiedere al governo l'ora legale permanente.

"Sul fronte energetico - ha calcolato Sima - l'adozione dell'ora legale permanente tutto l'anno produrrebbe nel nostro Paese minori consumi di energia per circa 720 milioni di kwh equivalenti, e si considerano solo le attuali tariffe della luce sul mercato tutelato, ad un risparmio in bolletta di circa 180 milioni di euro annui.

A ciò si aggiungerebbe un massiccio taglio alle emissioni climalteranti pari a 200.000 tonnellate di CO2 in meno, equivalenti a quella assorbita piantando dai 2 ai 6 milioni di nuovi alberi".

"Chiediamo al governo Meloni di impegnarsi per arrivare in Italia all'abbandono definitivo dell'ora solare adottando l'orario legale tutto l'anno. - afferma il presidente di Sima Alessandro Miani - Una possibilità prevista dall'Unione ruropea che già nel 2019 ha approvato una direttiva che pone fine al doppio cambio orario durante l'anno lasciando ampia discrezionalità agli Stati Membri, auspicando un coordinamento tra le varie nazioni per evitare ripercussioni sugli scambi commerciali e i movimenti transfrontalieri".

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