Lavoro / Il dramma

I tre operai feriti nel cantiere della Loppio-Busa: dai sindacati appello sulla sicurezza

Matteo Salvetti per Feneal Uil e Giampaolo Mastrogiuseppe per Fillea Cgil, hanno ricordato la proclamazione di quattro ore di sciopero per venerdì 11 aprile: "Va istituito il rappresentante territoriale per la sicurezza". Interviene anche Salvatore Teresi, segretario generale della Filca-Cisl Trentino

L'INCIDENTE Cede il cestello della piattaforma idraulica, tre operai feriti
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TRENTO. Reazioni del sindacati, dopo il grave incidente sul lavoro avvenuto ieri sera nel cantiere della galleria passo San Giovanni-Cretaccio, nell'Alto Garda. Secondo le prime informazioni gli operai sarebbero caduti da sei metri di altezza da una piattaforma elevatrice dove si trovavano per lavorare alla volta della galleria. Durante le operazioni, forse a causa di una manovra errata o di un problema meccanico, la navicella si è ribaltata.

Due operai, il 38enne e uno dei 48enni, sono stati portati all'ospedale Santa Chiara di Trento con l'elicottero sanitario.

Il 48enne si trova ora in rianimazione, mentre il 38enne non è in gravi condizioni: è ricoverato nel reparto di ortopedia, con una prognosi di 30 giorni. Il terzo operaio, anche lui di 48 anni, è stato portato inizialmente all'ospedale di Rovereto ed è stato poi trasferito al Santa Chiara, sempre in elicottero. Anche lui è ricoverato in rianimazione. La pm di turno, Viviana Del Tedesco, ha posto l'attrezzatura sotto sequestro probatorio.

Nel pomeriggio di oggi, venerdì 22 marzo, Matteo Salvetti per Feneal Uil e Giampaolo Mastrogiuseppe per Fillea Cgil, hanno ricordato la proclamazione di quattro ore di sciopero per la giornata di venerdì 11 aprile.

"A distanza di poche ore dall’incidente - si legge in una nota dei due sindacati - che è costato la vita ad un geometra di cantiere italiano di 57 anni, investito da un treno di rifornimento mentre stava svolgendo lavori di rilevamento nel cantiere di realizzazione del tunnel del Brennero, sul lato austriaco dell’opera, oggi è una giornata nuovamente tragica per il settore edile in regione.

Poco sappiamo al momento in merito all’andamento dei fatti che hanno portato al grave ferimento di tre operai rumeni impegnati nella realizzazione della galleria Loppio- Busa, a causa del cedimento di un cestello della piattaforma idraulica sulla quale stavano lavorando nel turno di lavoro notturno.

In cantiere pochi operai se la sentono di rilasciare dichiarazioni e di azzardare ipotesi in merito alle responsabilità dell’accaduto. Si preferisce rimanere in attesa di buone notizie dall’ospedale, nel quale i tre lavoratori feriti sono ricoverati in condizioni di massima urgenza.

Ma quanto avvenuto porta ancora una volta al centro del dibattito politico – a livello locale e nazionale- il tema della prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle morti bianche".

Con lo sciopero, precisano i sindacati, si intende sollecitare il governo a ricercare soluzioni e interventi condivisi e strutturali per fermare quella che, a livello italiano, si va delineando come una vera e propria strage di innocenti: ogni giorno infatti, nel nostro Paese, tre lavoratori perdono la vita per incidenti accorsi sul posto di lavoro.

Alle controparti territoriali Ance e Associazione artigiani, le parti sindacali ricordano ancora una volta la necessità di istituire la figura dell’Rlst: il rappresentante territoriale per la sicurezza. "Una richiesta finora rimasta inascoltata", osservano Feneal Uil e Fillea Cgil, le quali ritengono che l’introduzione di tale figura, che non sostituisce in ogni caso le necessarie ispezioni degli organismi competenti, potrebbe contribuire in maniera decisiva a diminuire il numero degli infortuni in provincia. Un numero che risulta comunque elevato, rispetto a quanto avviene in altre regioni.

Salvetti e Mastrogiuseppe ricordano infine come, anche in questo caso, le vittime di infortunio sul lavoro siano di origine straniera.

"I lavoratori di origine straniera – comunitaria ed extracomunitaria – rappresentano assieme quasi il 50% dei lavoratori impiegati nel settore edile in provincia di Trento, suddivisi in ben 93 nazionalità differenti. Sono loro a lavorare nei cantieri più difficili e a svolgere le turnistiche peggiori, esponendosi così maggiormente al rischio di infortuni, anche gravi. Senza di loro, per contro, in un periodo storico caratterizzato dalla mancanza di manodopera nel comparto edile, sarebbe difficile immaginare la realizzazione di opere importanti per il terrirorio.

Ed è questo il caso della galleria Loppio- Busa nella quale lavorano sempre meno operai italiani.

Ed è quello che accadrà anche nel cantiere di realizzazione della circonvallazione ferroviaria di Trento. In questo caso, le autorità provinciali potrebbero fare molto per garantire la sicurezza sul lavoro, favorendo progetti per l’integrazione e l’insegnamento della lingua italiana. Ma il governo provinciale ha deciso da tempo di muoversi politicamente in una direzione diametralmente opposta, considerando alla meglio questi operai come Gastarbeiter temporanei, sui quali non vale la pena investire".

Feneal Uil e Fillea Cgil richiamano quindi le istituzioni a svolgere il proprio ruolo e a investire maggiormente nella diffusione della cultura della sicurezza, a tutti i livelli, per evitare che quanto avvenuto oggi presso il cantiere Loppio Busa abbia a ripetersi in futuro.

Per quanto riguarda invece il consorzio Sac costruzioni, si provvederà alla richiesta di un incontro urgente al quale seguirà un momento di assemblea con i lavoratori", concludono Matteo Salvetti per Feneal Uil e Giampaolo Mastrogiuseppe.

Interviene anche Salvatore Teresi, segretario generale della Filca-Cisl Trentino: "L'incidente della scorsa notte nel cantiere del tunnel Loppio-Busa rappresenta un forte campanello d'allarme sulla sicurezza dei lavoratori edili, visto il ripetersi di incidenti nel territorio, anche mortali.

Sottovalutare questo allarme sarebbe un errore gravissimo; ecco perché tutte le parti sociali, le istituzioni, le imprese e noi sindacato, dobbiamo fare sinergia per frenare questa inaccettabile scia di sangue".

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