Politica / Commento

La Regione "fastidio politico" e il pericolo degli irresponsabili

L’editoriale del nostro direttore, Pierluigi Depentori: la storia della «staffetta fantasma» e le acrobazie per avere una donna nella giunta

di Pierluigi Depentori

Il segretario della Svp Philipp Achammer che si dimette da segretario questore dopo aver preso solo 12 voti in un’elezione che ne avrebbe dovuti garantire almeno 19, e che alla fine, deluso e furibondo, decide di rinunciare allo scranno. Il presidente Arno Kompatscher che viene eletto alla guida della Regione solo al terzo tentativo e con il minimo dei voti, 36. L’assessore trentino Carlo Daldoss che subisce lo stesso trattamento dopo che alla prima votazione erano mancati ben 3 voti della maggioranza. Esponenti della Svp che mostrano la scheda ai colleghi in modo che sia evidente che non sono loro i traditori, facendo annullare la votazione. Se il buongiorno si vede dal mattino, per la Regione la legislatura inizia nel peggiore dei modi, soprattutto se si ricordano le polemiche legate alle trattative per l’inserimento di una donna in giunta, e che si è risolto con la “staffetta fantasma” tra Kompatscher e Fugatti, uno dei due presidente per metà legislatura mentre l’altro se ne sta addirittura fuori dall’esecutivo. Il termometro della situazione politica regionale lo dà lo stesso Kompatscher, con una parola pesante come un macigno: «irresponsabili».

Proprio così, «irresponsabili»: cioè gli esponenti della maggioranza che si sono vestiti da franchi tiratori per impallinare i loro stessi colleghi e per lanciare dei messaggi ben precisi agli “amici”. Nella Volkspartei l’atmosfera è quantomeno bollente, le diverse anime (dall’ala sociale a quella economica) che di solito convivevano detestandosi durante le riunioni del Parteiausschuss ma che poi votavano come un sol uomo, ormai stanno per scoperchiare il vaso di Pandora dopo la decisione di imbarcare sul carro della maggioranza provinciale i Freiheitlichen di Ulli Mair.

Anche in Trentino l'atmosfera è più tesa di quello che può sembrare, soprattutto nel rapporto tra Lega e Fratelli d’Italia, e la bocciatura nella prima votazione di Carlo Daldoss come assessore regionale è un messaggio ben preciso in questo senso. «Irresponsabili», tuona Kompatscher. E subito vengono alla mente, per associazione, i “responsabili” che in politica hanno salvato vagonate di governi grazie a maggioranze ad personam tenute insieme con lo scotch, a volte per allungare l’agonia di un esecutivo destinato a squagliarsi come neve al sole.

Sergio De Gregorio tradì l’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro per abbracciare il Popolo della Libertà di Silvio Berlusconi (si scoprì poi che lo fece non per chissà quale folgorazione politica ma in cambio di tre milioni di euro, finendo per patteggiare la pena di un anno e otto mesi), ma i veri “responsabili” passati alla storia sono Antonio Razzi e Domenico Scilipoti, che insieme ad un altro sparuto gruppetto di parlamentari fecero da “terza gamba” dell’esecutivo Berlusconi salvandolo letteralmente dalla diaspora di Gianfranco Fini.

Chissà se anche in consiglio regionale arriveremo ad avere un Razzi o un Scilipoti pronti a salvare Kompatscher e Fugatti, ma la sensazione è che il consesso regionale rischi di essere un palcoscenico in cui poter azionare il “fuoco amico” senza rischiare di far saltare le maggioranze provinciali (soprattutto quella altoatesina), cosa che comporterebbe un immediato ritorno alle urne con esiti imprevedibili.

Ecco dunque la funzione attuale della nostra povera Regione, sempre più ridotta ad un “fastidio politico” in cui sperimentare presidenze-staffette senza l’altro governatore di Provincia, assessori doppi (Giulia Zanotelli sarà l’unica donna in giunta regionale pur continuando a rimanere assessore provinciale), e assegnare le poche competenze rimaste che le due Province non si siano già prese.

Col rischio che uno degli “irresponsabili” così temuto da Kompatscher possa far saltare nuovamente i difficili equilibri che faticosamente si erano creati. E con un rischio ancora maggiore, in prospettiva, cioè quello di fare allontanare dalla politica un’altra fetta di cittadini traditi che potrebbero andare ad ingrossare le fila del vero primo partito in regione, un partito davvero “irresponsabile” e pericoloso: quello del non voto.

p.depentori@ladige.it

comments powered by Disqus