Mobilità / La protesta

Trento, in bici per dire "stop al nuovo Codice della strage che peggiora la sicurezza stradale"

Anche in città, questa mattina, 9 marzo, con Fiab, Legambiente e altre realtà, la mobilitazione nell'ambito della tre giorni nazionale contro le norme volute dal ministro Salvini

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TRENTO. Manifestazione anche a Trento, questa mattina, sabato 9 marzo, nell'ambito delle numerose iniziative in corso nelle città italiane per contestare la riforma del Codice della strada voluta dal ministro per le Infrastrutture Matteo Salvini e ora in discussione in Parlamento.

A Trento la manifestazione si è svolta questa mattina, con ritrovo in viale Bolognini, per una breve pedalata ad anello lungo strade scolastiche, corsie ciclabili e case avanzate, tutti strumenti di sicurezza messi in discussione nelle proposte di modifica salviniane.

I partecipanti all'iniziativa sono partiti in bici davanti al liceo scientifico Galilei, e hanno percorso un anello che li ha portati al ponte dei Cavalleggeri.

"Nel nuovo Codice della strada sono previsti piccoli interventi che vanno ad impoverire gli strumenti di tutela della convivenza degli utenti della strada e che non promuovono la sicurezza degli utenti vulnerabili", spiega la presidente di Fiab Trento Daniela Baraldi.

"Secondo dati Istat del 2022, il 73% degli scontri stradali avviene sulle strade urbane e l'80% delle vittime sono utenti vulnerabili, vale a dire pedoni e ciclisti. È ovvio che avremmo bisogno di maggiore sicurezza al posto di una sorta di disegno di fondo nato per limitare la decisione dei Comuni su Ztl, zone 30 e ciclabili".

Sempre secondo dati Istat, sulle strade italiane nel 2022 sono morte 3.159 persone.

"Dobbiamo lavorare per ridurre questa situazione. È quello che hanno fatto tutti i Paesi europei, in cui si sta facilitando l'adozione delle zone e delle città 30. Quando un veicolo che investe una persona va ai 30 all'ora, solo in un caso su dieci ne causa la morte. È per questo che si è diffusa la cultura delle città 30. Vogliamo che questo percorso vada avanti sia a livello nazionale sia a livello locale. E dato che la città di Trento è propensa alle zone 30, guai se arrivano limitazioni dal nazionale", conclude Baraldi.

Nella foto, tratta dal profilo Fb di Fiab, un momento della bicifestazione trentina di questa mattina, alla quale hanno preso parte diverse decine di persone.

In generale, da oggi, sabato 9 marzo, a martedì 12 marzo, in 40 città italiane, sono in programma decine di manifestazioni "Stop al Codice della strage", organizzate dalle associazioni familiari delle vittime sulla strada e altre associazioni secondo le quali la riforma "riporterebbe indietro l'Italia di 40 anni dal punto di vista della sicurezza stradale e della mobilità sostenibile e la allontanerà ancora di più dagli altri Paesi europei dove i livelli di mortalità per incidenti stradali e per inquinamento sono già inferiori a quelli italiani", secondo quanto sostengono gli organizzatori.

Mobilitazione contro la riforma targata Salvini: "Il nuovo Codice della strada ci riporta indietro"

Da oggi, sabato 9 marzo, a martedì 12 marzo, in 40 città italiane, da Roma a Milano, da Cagliari a Trieste, da Bari a Genova passando per Bologna, ci saranno decine di manifestazioni "Stop al Codice della Strage", organizzate dalle associazioni familiari delle vittime sulla strada e altre associazioni contro il nuovo Codice della strada voluto dal ministro per le Infrastrutture Matteo Salvini e in discussione in Parlamento, "che riporterà indietro l'Italia di 40 anni dal punto di vista della sicurezza stradale e della mobilità sostenibile e la allontanerà ancora di più dagli altri Paesi europei dove i livelli di mortalità per incidenti stradali e per inquinamento sono già inferiori a quelli italiani", secondo quanto sostengono gli organizzatori. A Roma e Milano le mobilitazioni si svolgeranno domenica 10 marzo.

A Trento la manifestazione era in programma questa mattina, con ritrovo in viale Bolognini, per una breve pedalata ad anello lungo strade scolastiche, corsie ciclabili e case avanzate, tutti strumenti di sicurezza messi in discussione nelle proposte di modifica.

L'iniziativa è promossa dalle associazioni familiari delle vittime sulla strada, la piattaforma #città30subito e altre organizzazioni in Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Marche, Campania, Veneto, Puglia, Lazio, Toscana, Trentino, Abruzzo, Val d'Aosta, Sardegna, Liguria, Umbria.

La piattaforma #città30subito è composta da: Legambiente, FIAB-Federazione italiana ambiente e bicicletta, Salvaiciclisti, Kyoto Club, Clean Cities Campaign, ASviS, Amodo, Fondazione Michele Scarponi, Associazione Lorenzo Guarnieri, fondazione Marco Pietrobono, Fondazione Luigi Guccione e Vivinstrada

Ecco il comunicato della piattaforma: "3.159 sono le persone morte in collisioni sulle strade nel 2022, con un aumento del 9% rispetto al 2021 e solo una leggera diminuzione rispetto al 2019. 223.475 sono stati i feriti. Il 73% delle collisioni avviene in ambito urbano. L’assenza di sicurezza stradale è la prima causa di morte per le e i giovani sotto i trent’anni. 

Una situazione, quella italiana, che è un’anomalia in Europa: se in Gran Bretagna i morti in strada per milione di abitanti sono 26, in Germania 34, in Spagna 36, in Italia siamo a 53 (Fonte: Commissione Europea 2022), dato in crescita rispetto all’anno precedente.

Le principali cause di morte sono (secondo l’Istat) l’eccesso di velocità, la guida distratta e la mancata precedenza ai pedoni sugli attraversamenti.

Queste cause non vengono prese in considerazione dalla riforma del Codice della strada voluta dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti che sarà discussa nei prossimi giorni in Parlamento.

La riforma viene proposta “per salvare vite in strada”, ma nella sostanza prefigura il persistere della strage. Infatti, limita pesantemente l’autonomia di azione delle amministrazioni comunali, attacca e depotenzia Ztl, aree pedonali, sosta regolamentata, controlli elettronici e mobilità ciclistica.

Misure che ci allontanano dagli obiettivi del Piano Sicurezza Stradale 2030

La proposta di riforma da una parte promuove “misure-vetrina”, come l’inasprimento di alcune pene o l’alleggerimento delle limitazioni ai neopatentati, e dall’altra strizza l’occhio a chi vìola sistematicamente le regole. Vengono meno i presupposti per la tutela di chi è più vulnerabile e si indebolisce la convivenza tra i diversi utenti della città. Misure inefficaci e dannose che non migliorano le norme attuali e addirittura vanno ad aggravare la situazione, poiché non agiscono sulle cause della strage e sulla prevenzione.

È per fermare questo decreto e ribadire “Stop al Nuovo Codice della Strage” che dal 9 al 12 marzo in tante città italiane, a partire da Bologna, Torino, Milano, Padova, Firenze, Modena, Roma, Napoli, Lecce, Perugia, Varese si svolgeranno manifestazioni organizzate da società civile, attiviste/i e associazioni. 

La richiesta è una: città vivibili e strade sicure, la sicurezza stradale ha un’altra direzione".

Serve un approccio scientifico e sistemico: agendo sulla moderazione della velocità, non solo attraverso i limiti ma anche con controlli e ridisegno dello spazio pubblico. Occorre realizzare interventi normativi a favore della mobilità attiva e del potenziamento del trasporto pubblico, e agevolare percorsi verso le città 30, prendendo esempio da Bologna.

“Stop al Nuovo Codice della Strage è una mobilitazione che parte dalla piattaforma #Città30Subito* a cui si uniscono numerose associazioni e attiviste/i di tutta Italia". 

Il coordinamento invita ad aderire organizzando iniziative nella propria città.

Qui per approfondire la tematica le criticità più gravi del disegno di legge C. 1435.

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