Politica / Il caso

Alessia Ambrosi sospesa dal partito: salta la candidatura alla guida di FdI in Trentino

La Commissione nazionale di garanzia, interpellata dal commissario provinciale Urzì, ha deciso due settimane di stop per la deputata, dopo lo scontro interno sui ruoli in giunta provinciale: significa niente corsa al congresso di Fratelli d'Italia in programma il 17 febbraio
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TRENTO. Salta per la deputata Alessia Ambrosi la possibilità di candidarsi alla presidenza di Fratelli d'Italia in Trentino: è arrivata infatti la sospensione dal partito per due settimane, in seguito al procedimento avviato durante lo scontro interno nella fase delle trattative sulla composizione della giunta provinciale.

Niente corsa, dunque, per lei, al congresso elettivo in calendario il prossimo 17 febbraio: ritiro obbligato.

Come si ricorderà, Ambrosi (ex Lega) aveva appoggiato le ambizioni del consigliere provinciale Claudio Cia contrapponendosi alla linea portata avanti dal commissario locale di fratelli d'Italia, Alessandro Urzì,

L'altroieri Alessia Ambrosi ha depositato la propria candidatura alla guida del partito in Trentino, ma poi è arrivata la decisione della Commissione nazionale di garanzia su richiesta del commissario Urzì, che aveva interpellato i probiviri dopo aver accusato la deputata di assumere iniziative in contrasto con la linea del partito.

Allo stato attuale, in vista del congresso di FdI, risulta la sola candidatura di Alessandro Iurlaro per la presidenza.

Lo scontro politico al veleno tra Urzì e Ambrosi aveva acceso le settimane seguenti al voto provinciale dell'ottobre scorso e i mesi di aspro confronto sulle modalità della presenza nella giunta Fugatti bis. Da un lato la linea ufficiale del partito, rappresentata in provincia dal commissario Urzì, che sosteneva il ruolo di Francesca Gerosa alla vicepresidenza, anche sacrificando un assessorato per Claudio Cia. Dall'altro lato, quest'ultimo, appoggiato da Ambrosi e da qualche altro esponente trentino di FdI, che fino all'ultimo ha cercato di difendere l'incarico (già attribuito e poi cancellato dal presidente Fugatti).

Nel dicembre scorso, dopo l'epilogo che lo ha visto fuori dalla giunta, era finito anche il "matrimonio" fra Cia e il partito meloniano.

Francesca Gerosa, infatti, ha ottenuto, come da accordi preelettorali in un primo momento disattesi, la vicepresidenza oltre a una serie di deleghe pesanti. A lungo, l'estate scorsa, Gerosa era stata la candidata presidente del partito, contrapposta dunque anche a Maurizio Fugatti, poi il compromesso di coalizione e la prospettiva della vicepresidenza per lei. Poi il voto, la decisione di Fugatti, sgradita a FdI, di formalizzare un assessorato per Gerosa (senza vicepresidenza) e uno per Cia, cinquanta giorni di scontro politico e il nuovo accordo Lega-Fratelli d'Italia. Con Cia fuori fra le proteste di Alessia Ambrosi.

Quest'ultima, eletta un anno e mezzo fa con Fratelli d'Italia, dopo un lungo passato nella Lega, aveva attaccato di petto la dirigenza locale del partito e aveva difeso a spada tratta l'ex collega in consiglio provinciale. Sia lei sia Cia sedevano nell'assemblea di piazza Dante nella legislatura scorsa, durante la quale entrambi sono transitati a Fratelli d'Italia, con il mancato assessore che fece da apripista poco più di tre anni fa e la deputata che si aggregò l'anno seguente.

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