Sociale / Politica

Accoglienza, Gerosa punge Fugatti: «Tutto pesa su Trento. Lui: «Io non cambio idea»

Nuovo scontro tra l’assessora di Fratelli d’Italia e il governatore in una riunione del centrodestra circa la cerimonia con Mattarella. Bisesti (Lega): «Sono i Comuni, per me giustamente, che non vogliono i migranti. Ianeselli non può scaricare la colpa sulla Provincia, chieda agli altri sindaci»

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di Luisa Maria Patruno

TRENTO. Si è tornati a parlare di accoglienza dei migranti lunedì mattina nel centrodestra, a margine del consiglio provinciale, facendo riferimento in particolare alle critiche del volontario Luca Bronzini alle istituzioni - in particolare alla Provincia - perché dovrebbero fare di più.

Durante una riunione di maggioranza sono emersi di nuovo i distinguo tra la vicepresidente della Provincia, Francesca Gerosa (FdI) e il presidente Maurizio Fugatti su questo punto. Gerosa si è permessa di evidenziare che oggettivamente «tutto il peso dell'accoglienza oggi ricade su Trento». Una affermazione che richiama quanto viene sostenuto da anni dal centrosinistra nonché dal sindaco del capoluogo che accusano la giunta Fugatti di aver smantellato il modello dell'accoglienza diffusa su tutto il territorio provinciale, insieme a una serie di servizi per i richiedenti asilo, come i corsi di italiano, per favorire l'inclusione di queste persone e tenerle occupate in modo costruttivo nel periodo, in genere di mesi, necessario per completare l'iter della domanda di asilo.

Il presidente Maurizio Fugatti ha replicato secco, chiudendo la discussione: «Non cambio la nostra linea», dopo aver ripetuto di non aver considerato l'intervento del volontario come una critica nei confronti della giunta provinciale. Mentre l'assessore alla salute e alla cooperazione, Mario Tonina, ha evidenziato che il riferimento di Bronzini era ai corsi di italiano per stranieri, più che in generale al tema dell'accoglienza.

Sull'accoglienza diffusa dei migranti invocata dal sindaco Ianeselli e indirettamente richiamata da Gerosa, interviene però, il capogruppo della Lega in consiglio provinciale, Mirko Bisesti, che tiene il punto: «La Provincia ha attuato il suo tipo di modello, il sindaco Ianeselli sostiene che questo ha portato a concentrare tutto su Trento. Allora chieda se ci sono altri Comuni che sono pronti ad accogliere i migranti che secondo lui su Trento sono troppi».Il capogruppo leghista dunque fa presente che se la situazione oggi è questa è perché la Provincia non intende calare dall'alto la scelta sui Comuni trentini e che sono loro i primi a non volere la presenza dei migranti sul loro territorio.

«Sono i Comuni - ricorda Bisesti - che giustamente, a mio modo di vedere, per tutte le problematiche connesse che ci sono sulla questione, legate alle presenze e alla sicurezza, non vogliono questo tipo di approccio dell'accoglienza diffusa. Quindi Ianeselli non può scaricare la colpa di tutto alla Provincia e a Fugatti. Inizi a parlarne con i suoi colleghi sindaci, se ne trova di disponibili, una soluzione si trova. Il fatto è che oggi i sindaci non danno la disponibilità. Non mi pare che ci sia la coda di sindaci che vanno da Fugatti a chiedere di accogliere migranti».

Sul volontario Luca Bronzini che chiede, inoltre, alla politica un maggiore impegno in particolare sui corsi di italiano, Bisesti, che è stato assessore all'Istruzione nella scorsa legislatura, dice: «Sicuramente la lingua è fondamentale, sono assolutamente convinto e non è vero che sono stati cancellati, perché c'è il Centro per l'educazione degli adulti che fa i corsi di italiano per gli immigrati che sono qua». Ma non sono corsi specifici per i richiedenti asilo.

E su questo punto il leghista Bisesti fa una distinzione: «C'è una questione di fondo che è quella che riguarda l'immigrazione regolare nel Paese e noi cerchiamo di agire prioritariamente su quella. Il focus è su quella. Ma ritengo scorretto dire che la Provincia sbaglia sull'accoglienza perché il territorio è costituito da centinaia di sindaci che rappresentano in maniera democratica le loro comunità. Se ci fossero altri sindaci che sono disposti a dire che ci facciamo carico del problema, va bene, la Provincia si siede al tavolo, ma non va a imporre la scelta. Non è il nostro modo di agire».

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