Inquinamento / Salute

Smog alle stelle: a Trento, Rovereto e Borgo Valsugana sforamenti dei limiti e allerta rossa

Il ristagno degli inquinanti e l’Ora del Garda (fuori stagione) che porta i veleni della Pianura Padana fino a noi creano la situazione critica

di Gigi Zoppello

TRENTO. La cappa che da due giorni grava sopra la città di Trento (ma non solo) non è nebbia: è smog. E infatti per la seconda volta di pochi giorni, ieri le centraline di rilevazione della qualità dell’aria (al parco Santa Chiara e in via Bolzano, a Gardolo) segnavano un’aria «scadente», con allerta rossa per il superamento delle concentrazioni di polveri sottili PM10.

Non è solo Trento: la qualità dell’aria è da bollino rosso anche a Rovereto, Borgo Valsugana e Riva del Garda. Ed è caratterizzata da inquinamento «moderato» (bollino giallo) nelle altre stazioni: Rotaliana ed Avio (A22). Unica sotto la soglia, la stazione di rilevamento del Monte Gaza.

La situazione dell'aria, il 6 febbraio 2024: cinque stazioni in "rosso" (APPA)

Colpa del traffico? Non solo. Come spiega l’appassionato di meteorologia Giacomo Poletti, sulla sua pagina Facebook, il fenomeno è derivato dalle alte temperature di questi giorni (a dir poco eccezionali) che hanno fatto innescare il vento dell’Ora del Garda (in febbraio!). Che si è portato dietro lo smog della Pianura Lombarda.

Smog alle stelle: a Trento, Rovereto e Borgo Valsugana sforamenti dei limiti e allerta "rossa"

Il ristagno degli inquinanti e l’Ora del Garda (fuori stagione) che porta i veleni della Pianura Padana fino a noi creano la situazione critica

Visto che tutta la Pianura Padana, da Milano al Veneto, è sotto una cappa di smog da incubo, lo stesso inquinamento arriva da noi.

Ricordiamo che da oggi vengono attivate le misure temporanee di secondo livello anche in provincia di Brescia e di primo livello in provincia di Lecco e Mantova. Queste limitazioni si aggiungono a quelle già attive nelle province di Milano e Monza (primo livello) e Bergamo e Cremona (secondo livello).

Situazione critica in Piemonte (Asti e Torino pensano a due domeniche di stop alla circolazione). Ma il peggio è in Emilia Romagna.

"Nei prossimi giorni le condizioni saranno simili, ancora di criticità, almeno finché non cambia la situazione meteo ad ampia scala, ancora pilotata in tutto il Mediterraneo centrale da temperature elevate" dice all'ANSA Vanes Poluzzi, responsabile del Centro tematico regionale di Qualità dell'aria di Arpae, l'Agenzia regionale per l'ambiente. "Da Sud Ovest arrivano correnti d'aria molto calde mentre sarebbe benvenuta non solo la pioggia ma la neve, oppure un cambio d'aria". Cambiamenti che però "non ci aspettiamo nei prossimi due-tre giorni". Un "segnale di miglioramento - aggiunge - che però andrà verificato perché troppo a lungo termine, è per il prossimo weekend", quando il meteo potrebbe mutare.

La situazione è abbastanza critica. ma non uniforme: i valori più elevati di particolato (pm10) sono principalmente in pianura e non in Appennino. "Potrebbe sembrare scontato e invece non lo è - spiega Poluzzi - E questo ci fa capire un'altra cosa importante", ovvero che l'atmosfera è al momento "disaccoppiata": tutto ciò che viene emesso nei bassi strati non riesce ad andare su più di tanto. Così si crea una sorta di circolo vizioso per cui più "è ingabbiato" nella parte bassa dell'atmosfera, più l'inquinamento peggiora e perdura.

Con conseguenze negative per la salute dell'uomo per due motivi: "Uno perché gli inquinanti tendono ad accumularsi sempre di più; secondo perché aumentando la concentrazione aumenta anche la probabilità di reazioni a catena nei composti chimici" con l'aumento del cosiddetto "inquinamento secondario". Dunque le misure restrittive adottate - come lo stop ai Diesel Euro 5 - "vanno nella direzione giusta. Se siano sufficienti - risponde l'esperto - ahimé dipende anche dalle condizioni meteo". "E questo non è più un problema della pianura del Po ma di scala planetaria".

 

 

 

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