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Aree ex Sloi e Carbochimica: il Tribunale dice no al dissequestro, chiesto da uno dei proprietari

I proprietari indagati avevano fatto ricorso, ma solo Michele Albertini, titolare di Tim srl, si è poi rivolto al Riesame. Che ha confermato il sequestro probatorio della Procura

TRENTO. Le aree del SIN – ex Sloi e Carbochimica – restano sotto sequestro giudiziario. Oggi il tribunale del riesame di Trento ha confermato il sequestro probatorio delle aree inquinate, che era stato disposto nelle settimane scorse dalla procura della Repubblica di Trento.

Il provvedimento era stato eseguito dai carabinieri del Noe – Nucleo operativo ambientale –  il 30 novembre scorso, ma l’atto di sequestro era stato impugnato dai proprietari delle aree inquinate. Con il provvedimento, firmato dal procuratore Sandro Raimondi e dai pubblici ministeri Alessandro Clemente e Davide Ognibene, erano infatti stati iscritti quindi nel registro degli indagati i cinque imprenditori proprietari delle aree: Michele Albertini, titolare di Tim srl, Paolo e Stefano Tosolini di Mit srl, di Sergio e Adriano Dalle Nogare di Imt srl.

Mentre  le altre società hanno poi desistito, soltanto uno dei proprietari - Michele Albertini - ha deciso di sostenere l'istanza di fronte al tribunale, ma il collegio - presieduto dalla giudice Claudia Miori - ha respinto la richiesta di dissequestro dell'area.

«Solo il sequestro può garantire la genuinità delle prove» ha stabilito il tribunale. L'ipotesi di reato per cui procede la procura è di inquinamento ambientale e l'indagine è nata in seguito agli accertamenti ambientali legati alla realizzazione del nuovo by pass ferroviario di Trento.

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