Politica / La crisi

Stallo in Provincia, opposizioni all'attacco. Degasperi: "Trentino ostaggio di Roma"

Dura la reazione delle minoranze per la mancata elezione del presidente e del vicepresidente del consiglio a 38 giorni dalle elezioni del 22 ottobre

STOP Il naufragio della nuova giunta, Tonina getta la spugna in Consiglio

TRENTO. Dura la reazione delle opposizioni del Consiglio provinciale di Trento per la mancata elezione del presidente e del vicepresidente dell'aula a 38 giorni dalle elezioni del 22 ottobre.

"Il Consiglio è ostaggio di soggetti che con gli elettori trentini hanno poco a che fare. Proconsoli che arrivano da Roma e si mettono a sindacare le scelte di Fugatti", ha detto il consigliere di Onda Filippo Degasperi, facendo riferimento al ministro dell'Agricoltura e della sovranità alimentare Francesco Lollobrigida (FdI) e al suo intervento sul braccio di ferro tra Lega e Fratelli d'Italia che in Trentino sta paralizzando non solo la Giunta, il Consiglio provinciale e il Consiglio regionale.

Fuori dall'aula, ha affermato il consigliere del Paolo Zanella (Pd), ci sono problemi che non possono aspettare: "persone che dormono all'addiaccio, le imprese che non riescono a trovare i lavoratori, i dati demografici sono i peggiori di sempre, i salari più bassi di tutto il nord Italia".

Alessio Manica (Pd) ha definito "imbarazzante" il silenzio del Partito autonomista trentino tirolese (Patt) di fronte a quella che la sua collega Lucia Maestri (Pd) ha definito una "autonomia schiacciata dai cacicchi di Roma". In risposta, l'assessore provinciale Mario Tonina (Patt) ha esortato i consiglieri provinciali di Fratelli d'Italia affinché "rifiutino e superino l'influenza romana, soprattutto per rispetto dei trentini".

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