Trento / L'incidente

Federico Iacomoni dopo l'investimento: «Io miracolato, bisogna garantire più sicurezza ai ciclisti»

Il ciclista dilettante di Gardolo, 21 anni, mercoledì scorso è stato centrato da un’auto a Mosana, in valle di Cembra. Fondriest: «I passi avanti ci sono ma serve fare di più per contribuire a far calare il numero di vittime»

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di Leonardo Pontalti

TRENTO. Oggi Federico Iacomoni verrà operato al braccio sinistro: mercoledì scorso, il ventunenne promessa del ciclismo trentino, era stato centrato da un'auto mentre stava pedalando lungo le strade della Val di Cembra, riportando fratture anche al bacino e all'osso sacro. L'automobilista non era riuscito a evitarlo mentre stava effettuando una manovra di sorpasso all'altezza di Mosana, centrandolo frontalmente, con il giovane che si era salvato solo grazie alla caduta oltre la carreggiata, nella campagna sotto la provinciale.

«In realtà può davvero accendere un cero», spiega il campione del mondo di Renaix 1988 Maurizio Fondriest, che segue da qualche anno il giovane di Gardolo e in questi giorni ne ha costantemente seguito la situazione: «Federico poteva aggiungersi alla lista sempre troppo lunga delle vittime della strada, per colpa di un automobilista irresponsabile».

Un caso, quello di Iacomoni, che ha scosso l'ambiente del ciclismo agonistico - Federico l'anno prossimo passerà alla Zalf - e riacceso i riflettori sul problema della sicurezza per chi sulle strade deve convivere con automobili e altri veicoli. Negli ultimi due anni in Trentino sono stati pianti troppi morti, tra cui i giovani corridori Jacopo Venzo e Pietro Ballarini.

In Italia nel 2022 in Italia i ciclisti morti per incidenti stradali sono stati 205, facendo segnare un dato in calo del 6,8% rispetto al 2021 (20 le vittime in ebike, con un incremento del 53,8%), ma non c'è di sicuro da esserne lieti, come conferma Fondriest, da sempre in prima linea nella campagna per la sicurezza stradale dei ciclisti con l'Associazione "Io rispetto il ciclismo" per il rispetto del metro e mezzo di distanza da tenere in fase di sorpasso.

«Senza dubbio, se guardiamo alla situazione di solo cinque anni fa le cose sono migliorate, ma la strada da fare è ancora moltissima. Soprattutto dal punto di vista della mentalità in generale. Se per quel che riguarda il metro e mezzo in sorpasso si può intervenire con il Codice della strada, la vicenda di Federico Iacomoni conferma quanto ci sia ancora da lavorare in generale sulla consapevolezza dei rischi da parte di chi guida.

Federico è stato centrato da un conducente che ha iniziato a sorpassare vetture in una zona pericolosa, infatti si è trovato davanti il ragazzo uscendo da una semicurva e per poco non lo ha ammazzato. Servono norme più severe, serve soprattutto che tutti comprendano che non vale la pena rischiare la propria vita e mettere a repentaglio quella degli altri per cosa? Guadagnare due minuti?».

Da parte sua, Iacomoni è ancora provato: «Mi devo ancora rendere conto sul serio di quello che mi è successo. Ora attendiamo l'operazione al braccio, poi i medici mi hanno detto che serviranno almeno cinquanta giorni per recuperare. Oltre al mese fermo a letto per il bacino». Il ventunenne ha bene impressi nella mente gli attimi dell'incidente: «Stavo salendo verso Cembra, ero partito da una ventina di minuti da casa mia a Gardolo. Ero in un tratto tra due semicurve quando ho visto venirmi addosso la macchina. Ho capito dopo che stava effettuando un sorpasso, era completamente nella mia corsia. Mi è andata bene, sono un miracolato».

A rendere l'idea dell'impatto sono anche le immagini della bicicletta che lo stesso Federico Iacomoni ha postato sul suo profilo Instagram, la Pinarello letteralmente fatta a pezzi.

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