Giustizia / La sentenza

Risarcisce ma poi scompare: ladra seriale condannata a 4 anni, 5 mesi e 10 giorni

L’imputata, a cui sono stati concessi i domiciliari a casa del compagno a Torino, è riuscita a scappare nonostante il braccialetto elettronico: dovrà così rispondere anche del reato di evasione

di Marica Viganò

TRENTO. I furti ripetuti all'interno nei negozi di Trento, in centro soprattutto, avevano creato una certa apprensione fra i commercianti, anche perché non si trattava solo di sparizione di merce esposta: l'obiettivo principale erano i portafogli. Grazie alle telecamere di videosorveglianza presenti all'interno di diversi esercizi commerciali e lungo le strade, le forze dell'ordine erano riuscite ad individuare la ladra seriale, una trentenne. 

La donna è finita a processo e, attraverso una sorta di ravvedimento che si è concretizzato in un parziale risarcimento del danno, avrebbe potuto ottenere uno sconto della pena. Invece ha combinato l'ennesimo guaio ed è evasa dai domiciliari, con il risultato che la condanna in abbreviato - arrivata nei giorni scorsi - non è stata leggera: 4 anni, 5 mesi e 10 giorni, a cui si aggiunge una multa di 444 euro.

La trentenne, originaria della Tunisia, si era "specializzata" nell'intrufolarsi dietro il bancone dei negozi e addirittura nei retrobottega: entrava fingendo di essere interessata alla merce e attendeva che i commercianti e i commessi si allontanassero un attimo - magari per cercare la taglia o il colore richiesto - per poi entrare in azione. In un caso la vittima si era accorta solo alla fine della giornata lavorativa della sparizione del portafoglio dalla borsa, che aveva messo nel retrobottega.

Per arrivare all'identità degli autori dei furti - si è poi scoperto che era un'unica persona ad agire - un aiuto è arrivato dalla telecamere di sicurezza, ma importantissima è stata la collaborazione dei cittadini, dei commercianti in particolare, che hanno fornito testimonianze ed elementi utili agli investigatori. Sulle tracce della ladruncola si erano messi i carabinieri, la questura, la polizia locale (che nel gennaio 2022 aveva creato un apposito nucleo dedicato alle indagini su furti, danneggiamenti, vandalismi ai danni di negozi, bar, ristoranti e in genere di tutte le attività del centro storico).

La tunisina è stata dunque riconosciuta come la responsabile di numerosi episodi di furto. Undici (più una ricettazione) sono quelli contenuti nel fascicolo che riunisce tre procedimenti e che ha portato alla condanna a 4 anni e 5 mesi. In attesa del processo, l'imputata aveva seguito il consiglio dell'avvocato e intrapreso un percorso di consapevolezza dell'accaduto e di ravvedimento. Il primo passo, oltre alla buona condotta, è stato l'impegno a risarcire le vittime. Alcuni fra i commercianti che avevano subìto il furto hanno ricevuto un acconto, altri un importo simbolico.

Nel frattempo la giovane si era trasferita a Torino, a casa del compagno, dove le era stato concesso di scontare i domiciliari. Ma il ravvedimento è durato poco: è riuscita a far perdere le proprie tracce, nonostante avesse il braccialetto elettronico. Si aggiunge, dunque, un nuovo problema con la giustizia qualora verrà ritrovata: dovrà rispondere del reato di evasione.

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