Società / L'iniziativa

In piazza a Trento per ricordare le 400 vittime dell'odio omofobico nel mondo

Un lungo elenco di nomi delle persone uccise è stato letto in piazza d'Arogno domenica sera, per il momento di riflessione promosso dall'Arcigay

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TRENTO. Una lunga litania. Un lungo elenco di nomi. Una celebrazione laica per ricordare le vittime dell'odio omofobico non solo in Italia. In tanti hanno raccolto i biglietti con i nomi di quasi 400 vittime, quasi a serbarne il ricordo, per non perdere la memoria di 400 persone di ogni Paese, vittime dei pregiudizi in tutto il mondo.

Piazza d'Arogno domenica sera ha visto così arrivare diverse decine di persone, chiamate dall'Arcigay del Trentino per ricordare e testimoniare, uomini e donne, contro la violenza e per rilanciare la giornata del 20 novembre in cui ricorre il Transgender Day of Remembrance, "TDoR", la ricorrenza che la comunità Lgbtqia+ dedica alla commemorazione delle vittime dell'odio e del pregiudizio transfobico.

Domenica sera, per celebrare questa giornata, Arcigay del Trentino ha proposto questo momento collettivo che ha voluto essere un momento di raccoglimento e riflessione.

«Quest'anno, a livello globale, le vittime accertate di transfobia sono state 392, un numero allarmante, segnale di una violenza che non accenna a diminuire», ha commentato Eris Ferrari, delegata alle politiche trans di Arcigay del Trentino. «Delle vittime, più del 90% sono donne o persone femme-presenting. La metà sono sex workers, l'80% sono persone razzializzate. In Europa, il 45% delle persone trans vittime di violenza sono migranti o rifugiate. Tre vittime su quattro avevano meno di 40 anni, con un picco tra i 19 e i 25».

Cifre che testimoniano come soprattutto siano sotto attacco dalle ondate di odio i più giovani, i più fragili, che magari già dai banchi di scuola sono costretti a subire violenze non soltanto fisiche.«Siamo davanti ad uno scenario - continua ancora Ferrari - che, ancora una volta, ci mostra quanto lotte e discriminazioni diverse si intersechino tra di loro, quanto le dinamiche di potere si ripetano uguali a se stesse nei confronti di chiunque sia altro, di chiunque non rientri nello schema voluto dal sistema di norme sociali».

Conclude Eris Ferrari: «Davanti a un fenomeno così drammaticamente strutturale, vogliamo lanciare un appello alle realtà femministe, ai centri anti violenza e a tutte quelle soggettività che si occupano di violenza di genere: uniamo le forze».

In piazza d'Arogno sono intervenuti diversi soggetti, dall'Arcigay alle Famiglie Arcobaleno, che raggruppano i genitori di ragazzi e ragazze che amano lo stesso sesso. Tutti hanno sottolineato il momento non facile che sta vivendo la comunità Lgbt con pregiudizi e odii alimentati continuamente e coperti anche da certe posizioni politiche che non contrastano molti pregiudizi.

Al termine dei discorsi fatti al microfono è cominciato il rito dell'elencazione dei 392 nomi che erano stati precedentemente scritti su dei bigliettini, poi disposti per terra, a formare quasi un tappeto della rimembranza. Un tappeto soffice, ma in realtà duro e acuminato contro le violenze e i pregiudizi. Fa. F.

[foto di Paolo Pedrotti]

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