Mercati / La stagnazione

Il Pil del Trentino va verso la crescita zero (ma in Alto Adige non va meglio)

L’analisi della Banca d’Italia: frenata degli investimenti. L'unico dato in controtendenza è quello sull’ occupazione, il tasso è salito dello 0,5 per cento in Trentino (ora è al 69,3%) e dello 0,3 in Alto Adige (73,9% totale), soprattutto grazie alla componente femminile

di Daniele Battistel

TRENTO. Rallentamento della crescita e incertezza sul futuro. Due i concetti su cui Maurizio Silvi, Michele Benvenuti, rispettivamente direttori delle sedi di Banca d'Italia di Trento e Bolzano e Michele Cascarano, capo della divisione Analisi e ricerca economica territoriale, insistono in fase di presentazione dell'aggiornamento sullo stato dell'economia del Trentino Alto Adige.

I dati analizzati, quelli del primo semestre 2023, parlano di un'economia regionale ancora in crescita dell'1,2 per cento ma con prospettive ormai sicure di rallentamento e atterraggio verso lo "zero virgola" come la media nazionale.

Le cause.Inasprimento delle condizioni di finanziamento, erosione del potere d'acquisto delle famiglie a causa di un'inflazione ancora elevata, debolezza delle esportazioni che, soprattutto per quanto riguarda l'Alto Adige, risentono della fase di difficoltà dell'economia tedesca, il tutto in un contesto geopolitico sempre più compromesso: questi in estrema sintesi i motivi che, a detta degli analisti di Banca d'Italia, stanno frenando il mercato.

Il mondo produttivo. Partiamo dall'andamento delle imprese, focalizzandoci sulle esportazioni: l'incremento rispetto al primo semestre 2022 è del 6,1 per cento in Trentino e del 3,3 in Alto Adige, conseguenza esclusiva dell'aumento dei prezzi. Se consideriamo invece i volumi, a Trento le esportazioni sono cresciute del 2,6 per cento, a Bolzano sono calate dell'1,6 per cento, a causa appunto della frenata tedesca.

Per quanto riguarda il settore delle costruzioni si registra una minore crescita delle ore lavorate (+3% rispetto al 2022) e dei fatturati delle imprese a causa dell'indebolimento del mercato immobiliare e della minore domanda di immobili, quantificabile con una contrazione attorno al 20 per cento del numero dei rogiti rispetto al 2022. Per quanto riguarda i prezzi, i valori tendono comunque a salire: +4,7 per cento a Trento, +2,3 a Bolzano.

Da sottolineare anche il calo del 10 per cento della spesa per investimenti da parte degli enti territoriali trentini, mentre in Alto Adige Comuni e Provincia hanno impostato una politica anticiclica (+20% di investimenti). Potenzialmente il Pnrr potrebbe aiutare il rimbalzo (1,6 miliardi di investimenti in Trentino, 740 milioni in Alto Adige) , ma d'altro canto la fine della spinta del superbonus (750 milioni di euro messi in detrazione nei primi 8 mesi del 2023 in regione) inciderà negativamente sul fatturato delle costruzioni che, da sempre, sono uno dei motori più efficaci per la ripresa economica.

Per quanto riguarda il comparto dei servizi, il commercio è stato trainato dalla buona stagione del turismo: nei primi sei mesi il numero dei pernottamenti è salito del 20 per cento in Trentino e del 15 in Alto Adige rispetto allo stesso periodo del 2022, grazie anche al "definitivo" ritorno degli stranieri dopo la pandemia.

In una situazione di incertezza i piani di investimento delle imprese per il 2023 sono in rialzo in Trentino, stabili in Alto Adige, sostenuti principalmente dalla liquidità cresciuta negli anni della pandemia. Ora, però, la capacità di accumulo delle imprese in frenata e l'aumento dei costi di indebitamento (Taeg 5,5% in Trentino; 5,1 in Alto Adige) potrebbero mutare lo scenario. Come riportato sulle tavole del rapporto nazionale di Banca d'Italia, a giugno 2023 rispetto all'anno precedente i prestiti erano in calo del 6,4 per cento a Trento e in rallentamento a Bolzano (+1,5%). Addirittura i dati provvisori sul terzo trimestre mostrano un'intensificazione del calo in Trentino che superano la doppia cifra. Evidentemente i consumatori aspettano giorni migliori (e tassi in calo) per investire.

L'occupazione. L'unico dato in controtendenza è quello sul mercato del lavoro. Il tasso di occupazione è salito dello 0,5 per cento in Trentino (ora è al 69,3%) e dello 0,3 in Alto Adige (73,9% totale), soprattutto grazie alla componente femminile. Positivo anche il fatto che in sei mesi sono state create circa 5.100 posizioni lavorative a tempo indeterminato in Trentino (+26,3% sul 2022) e 6.900 in Alto Adige (+2,4%).

Le famiglie. Con il portafogli sgonfiato dall'inflazione e con i tassi di interesse in continua risalita, da parte dei privati la richiesta di credito finalizzato all'acquisto di abitazioni si è arrestata: l'erogazione di nuovi mutui si è ridotta di circa il 40 per cento rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

Raccolta bancaria. Per quanto riguarda i depositi del settore privato in calo a Trento del 3,3 per cento (a fronte di un incremento dello 0,4 alla fine dello scorso anno)e in rallentamento (+1,1%) in Alto Adige. L'aumento dei tassi ha portato la liquidità dei privati verso attività più remunerative come depositi vincolati e titoli a custodia. Per le famiglie crescita dei titoli di circa il 30 per cento in Trentino e del 20 per cento in Alto Adige, guidata principalmente dalla corsa ai titoli di Stato. La qualità del credito è rimasta invariata su valori elevati.

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