Giustizia / Il caso

Seguita e palpeggiata in centro a Trento: è successo 10 anni fa e l’imputato irreperibile, ma il processo va avanti

La donna lavorava a due passi da piazza Fiera ed era stata subito avvertita dalla figlia dell’accaduto: «Era sconvolta e tremava dalla paura, singhiozzava» aveva poi raccontato alla polizia la donna, che aveva seguito l'uomo fino in via Verdi, poi lo aveva intercettato in via Bomporto. La fuga dell'aggressore era terminata in via Gar con l’intervento della volante.

TRENTO. Seguita da uno sconosciuto e palpeggiata in centro città, nel mezzo di un pomeriggio d’estate. Non solo, la vittima è stata pure minacciata: «Provaci che ti picchio» le parole dell’aggressore riferendosi al tentativo di lei di chiamare le forze dell’ordine. L’incubo vissuto da una ragazza allora poco più che ventenne rivive ad ogni udienza. Sono passati ormai dieci anni da quell’episodio e il processo continua: l’udienza di giovedì è stata rinviata perché l’imputato è irreperibile.

Si tratta di un quarantenne romeno che, all’epoca, non aveva una dimora fissa ma era comunque stato subito fermato e identificato dalla polizia. Merito sì della velocità con cui la volante era intervenuta, ma anche del coraggio della ragazza che aveva seguito l’aggressore dando alla centrale operativa preziose informazioni.

La vittima, parrucchiera di professione, stava attraversando piazza Fiera, dunque in pieno centro, alle 16 di un caldo pomeriggio di luglio 2013. Lo sconosciuto l’ha seguita, le ha messo una mano sotto la gonna e palpeggiata sul sedere. Lei è riuscita a reagire, gli ha urlato di fermarsi perché aveva già chiamato le forze dell’ordine e, nonostante le minacce ricevute, lo ha seguito fino in via Tommaso Gar.

L’imputato, difeso dall’avvocato Giuliano Valer, deve infatti rispondere anche dell’accusa di minaccia, oltre che del più grave reato di violenza sessuale. Grazie alla pronta reazione della giovane la polizia è riuscita a identificare il responsabile. La ragazza, nonostante lo shock della violenza, grazie anche all’aiuto di un passante e della madre aveva contattato la polizia descrivendo i vestiti dell’aggressore e dando indicazioni sulla direzione in cui era scappato. Alla ricerca dell’aggressore era corsa in strada anche la madre della vittima.

La donna lavorava a due passi da piazza Fiera ed era stata subito avvertita dalla figlia dell’accaduto: «Era sconvolta e tremava dalla paura, singhiozzava» aveva poi raccontato alla polizia la donna, che aveva seguito il romeno fino in via Verdi, poi lo aveva intercettato in via Bomporto. La fuga del romeno era terminata in via Gar con l’intervento della volante.

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