Sanità / La richiesta

Uniamoci Trentino: “Basta, torni subito la libertà di accesso incondizionata in Apsp e Rsa come nel pre Covid”

La denuncia dell’associazione: “Molti ci segnalano che permangono vincoli di accesso e fasce orarie limitative per visitatori/famigliari anche in violazione ai regolamenti delle stesse strutture ed in contrasto con la Carta europea dei diritti delle persone anziane che tutela il diritto di visita ed autodeterminazione delle stesse”

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TRENTO. L'associazione Uniamoci Trentino ha inviato una lettera al prefetto e all'assessorato alla Salute in cui si invita a chiedere o sollecitare tutte le direzioni di tutte le strutture provinciali di Apsp e Rsa "di mettere in atto la libertà di accesso incondizionata in maniera unanime, che venga rimessa in vigore la situazione pre-pandemica, nello specifico che vengano soppresse le fasce orarie obbligatorie di visita, che venga ripristinata la libertà di transito nel corso delle 24 ore e che quindi ogni utente possa ricevere visite di familiari o amici senza limitazioni di orario o comunque convenuto caso per caso per potersi organizzare".

L'associazione ricorda che il 5 maggio 2023 l'Oms ha dichiarato ufficialmente terminata la pandemia e il 31 dicembre 2022 sono decaduti in Italia tutti i relativi provvedimenti emergenziali, con la sola eccezione dell'utilizzo di mascherine per lavoratori, utenti e visitatori delle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali fino al 31 dicembre 2023.

"Ciononostante, ci segnalano i nostri associati che ancora in molte Rsa/Apsp permangono vincoli di accesso e fasce orarie limitative per visitatori/famigliari anche in violazione ai regolamenti delle stesse strutture ed in contrasto con la Carta europea dei diritti delle persone anziane che tutela il diritto di visita ed autodeterminazione delle stesse", denuncia Uniamoci Trentino.

"Ogni ospite ormai nell'ultimo percorso della sua vita deve poter essere accompagnato da un familiare se è cosa gradita dagli stessi e dalla famiglia perché anche quello diventa un momento intimo irrinunciabile a cui nessuno può o deve sottrarci. Stiamo assistendo ad una disumanizzazione a cui non vogliamo siano sottoposti. Non è il futuro che auguriamo a nessuno di noi"", si legge ancora nella lettera. 

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