Formazione / Il dibattito

Scuole dell’infanzia, a luglio in aula il 45 per cento di 13mila bambini

Michela Lupi, insegnante e a ottobre candidata alle provinciali nella fila di Onda, ha inviato un documento alla giunta provinciale, a tutti i consiglieri e ai sindaci dal titolo "Condivisione dati sulla frequenza a luglio 2023 e riflessioni”. Posizioni diverse tra Fratelli d’Italia e Lega

TRENTO. Torna d'attualità il tema delle scuole dell'infanzia aperte nel mese di luglio. Ora, ad agosto, insegnanti e piccoli alunni sono in vacanza, ma nelle scorse ore Michela Lupi, insegnante e a ottobre candidata alle provinciali nella fila di Onda, ha inviato un documento alla giunta provinciale, a tutti i consiglieri e ai sindaci dal titolo "Condivisione dati sulla frequenza a luglio 2023 e riflessioni". Nel report, basato su 183 scuole campione (quelle dell'infanzia in Trentino sono 266, ma una parte ha il calendario speciale/turistico che prevede già da anni aperture e chiusure diverse), viene segnalato che la frequenza media di luglio rapportata agli iscritti al "mese extra" è stata del 65%. Mentre la frequenza media rapportata agli iscritti totali durante l'anno scolastico "normale" è stata del 45%. Le percentuali si basano su circa 9.000 bambini iscritti al prolungamento di luglio su un totale di 13 mila bimbi iscritti alle materne durante l'anno. Quindi, secondo i dati raccolti da Lupi con la collaborazione di tantissime altre colleghe, ha frequentato il 65% di circa 9.000 iscritti, che diventa il 45% del totale di 13 mila bambini.

A proposito di questi numeri l'insegnante sottolinea alcuni aspetti: molte famiglie si sono iscritte (quest'anno il costo era zero, mentre l'anno scorso si pagavano 50 euro all'atto dell'iscrizione) ma poi non hanno mai mandato i bambini. «E questo ha comportato una organizzazione "superiore" rispetto a quelle che si sono rivelate le esigenze reali», dice Lupi.

Inoltre «hanno usufruito del servizio tante famiglie che non ne avevano bisogno per esigenze lavorative: in Alto Adige a questi servizi si accede solo dimostrando di avere delle esigenze di lavoro». Infine, «i costi, mai resi noti, non giustificano una scelta come questa».

Sulla comunicazione è intervenuto, con relativo successivo botta e risposta, anche il Responsabile Dipartimento Istruzione provinciale di Fratelli d'Italia Maurizio Freschi. Al netto della forma della comunicazione - su questo verteva la querelle tra i due -, Freschi interviene anche sulla sostanza. Mantenendo con coerenza la posizione espressa negli ultimi mesi ed anni da presidente della Consulta Provinciale Genitori, carica dalla quale si è dimesso nei giorni scorsi, anche se non obbligato, per i sopraggiunti impegni politici («Però non sono un candidato di Fratelli d'Italia: ho dato la disponibilità e lo farei volentieri, ma le liste non sono ancora fatte e ci sono tante persone che vorrebbero correre. Per ora resto responsabile del settore scuola del partito»).

«La mia posizione è quella di rimettere in discussione la scelta di luglio: prendiamo i dati, facciamo un'analisi reale e credibile. L'esigenza delle famiglie c'è, è un dato di fatto, ma la modalità della risposta va trovata in maniera diversa, in modo da non svilire la funzione educativa delle scuole».

Una posizione che, evidentemente, crea anche una questione strettamente politica: i neo amici e alleati (Fratelli d'Italia e Lega) si trovano in disaccordo anche su questo tema, decisamente centrale e importante. «Credo sia mancato un confronto costruttivo. E il primo interlocutore deve essere chi la pensa in maniera diversa. L'anno prossimo, primo post elezioni? Credo sia necessario definire dei criteri e parlare della gratuità, perché sono soldi pubblici quelli che vengono investiti».

Chiude Michela Lupi, che commenta anche le polemiche rivendicando l'azione trasparente e collettiva: «Da tempo porto avanti insieme a tante colleghe una battaglia per la scuola: non cerco e non voglio visibilità per me, ci ho messo la faccia a nome di tante persone, in nome della trasparenza e in nome di una scuola migliore per tutti. La lettera l'ho inviata solo a chi di competenza e non mi aspettavo questo risonanza mediatica».

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