Giustizia / La truffa

Gli rubano l’identità per installare un decoder e si trova 160 euro di spese sul conto

Il 55enne trentino era ignaro di tutto: qualcuno si era appropriato della sua identità per installare il servizio in una roulotte di un campo nomadi della Piana Rotaliana. I fatti risalgono alla fine del 2015, accusato un ragazzo di 26 anni allora diciottenne

TRENTO. Si è ritrovato quasi 160 euro di spese non autorizzate sul suo conto corrente bancario per il pagamento dell'installazione del servizio Sky. E infatti qualcuno si era appropriato della sua identità, inviando tanto di documento e coordinate bancarie per installare il decoder all'interno di una roulotte di un campo nomadi della Piana Rotaliana.

È questo quanto accaduto a un cinquantacinquenne, residente in Trentino, che ignaro di tutto, si è trovato coinvolto in questa storia. A essere accusato di truffa e sostituzione di persona per aver attivato il servizio a pagamento, un ragazzo di 26 anni, ai tempi diciottenne, proveniente da una famiglia di giostrai. Era fine dicembre 2015, quando fu inviata la richiesta di contratto tv a pagamento, dal numero telefono intestato al diciottenne in questione.

L'utenza di riferimento però, che avrebbe beneficiato del servizio, era un altro numero di telefono, intestato invece a uno dei collaboratori della famiglia di giostrai, ma in uso al papà dell'imputato. Così dopo aver fornito telematicamente i dati qualche giorno dopo viene mandato sul posto un tecnico per l'installazione del decoder. Qui è proprio un ragazzo ad accoglierlo, per accompagnarlo nella roulotte. Tutto questo a danno del cinquantacinquenne che, nel frattempo, a inizio marzo 2016 si era ritrovato con due operazioni di addebito sul suo conto corrente, non riconosciute e mai autorizzate: la prima di circa 130 euro, la seconda intorno ai 27 euro.

Cifre che quindi sollevano i primi sospetti. Dopo aver verificato cosa stava avvenendo la vittima ha scoperto che era attivo un profilo a suo nome a favore della tv a pagamento. Per questo l'uomo aveva subito richiesto la disattivazione e il blocco dei bonifici, decidendo anche di sporgere denuncia ai carabinieri. Le indagini avevano poi portato all'individuazione del giovane giostraio, che però, fin da subito, aveva dichiarato di essere estraneo ai fatti. Sembra essere stato appurato infatti che lui e la sua famiglia non sarebbero mai entrati in contatto con la vittima.

Una tesi sostenuta anche dalla difesa che, rappresentata dall'avvocato Giuliano Valer, ha convinto il giudice del Tribunale di Trento che ha assolto l'imputato.

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