Scuola / Il caso

Ragazza ammessa alla maturità dal Tar poi bocciata, i legali rispondono ai prof del Da Vinci e vanno all’attacco

Se nella lettera inviata al ministro da un insegnante firmata da oltre un centinaio di colleghi e la sospensiva del Tar viene definita come «uno schiaffo alla credibilità dell'insegnante» per gli avvocati “il presidente del Tar di Trento, nel concedere ad "Angela" la sospensiva per essere riammessa all'esame di maturità, ha usato una motivazione che ha scosso gli insegnanti del Liceo da Vinci di Trento, noti per la propria lotta contro i test per l'ammissione all'università”

TRENTO. Sulla lettera inviata al Ministro, su iniziativa di un insegnante del liceo Da Vinci, che ha visto la firma di un centinaio colleghi, sono intervenuti anche i legali della ragazza riammessa agli esami dal Tar, Filomena Alaia e Gian Paolo Sardos Alberti. Se nella lettera dell'insegnante la sospensiva del Tar viene definita come «uno schiaffo alla credibilità dell'insegnante» per gli avvocati « il presidente del Tar di Trento, nel concedere ad "Angela" la sospensiva per essere riammessa all'esame di maturità, ha usato una motivazione che ha scosso gli insegnanti del Liceo da Vinci di Trento, noti per la propria lotta contro i Tolc, i test per l'ammissione all'università».

Gli avvocati ricordano la prima lettera degli insegnanti del Da Vinci che definicono i Tolc come di "una spada di Damocle". «Lascia perplessi, se non basiti, che alcuni insegnanti difendano taluni loro colleghi, probabilmente poco difendibili, visto che si permettono di contestare scelte legislative, come l'adozione dei Tolc, sulle quali si è in parte, e non esclusivamente, basato il Tar. Sarebbe più opportuno che quei pochi insegnanti, contrari all'adozione dei Tolc, rispettino le disposizioni di legge, come l'adozione del test, così come fanno i magistrati, e tutti i cittadini della Repubblica, e non criticarle credendo di essere delegittimati. Piuttosto, la stragrande maggioranza degli insegnanti stia attenta ad alcuni loro colleghi, pochi per fortuna, che effettivamente delegittimano un corpo docente che, nel suo insieme, è sano e preparato».

Tornando al ricorso, i legali vogliono sottolineare «il clima che ha vissuto la ragazza non solo nelle ultime settimane, ma anche per buona parte del suo ultimo anno scolastico presso il suo nuovo liceo di Trento, il liceo Leonardo da Vinci (nei primi quattro anni aveva frequentato un'altra scuola, ndr).

Gli avvocati sostengono che Angela ha avuto la sua "colpa" il 14 febbraio scorso quando, partecipando a un test di ammissione all'università, è riuscita a superarlo. Gli avvocati, in particolare, attaccano uno dei docenti, che definiscono «prof. x» che sarebbe tra i firmatari della lettera inviata al Ministro. «Intanto abbiamo cominciato a parlare di una delle "5 materie" attribuite ad Angela come «insufficienti», quella del «prof. x», materia nella quale Angela, solo qualche mese prima, aveva un ottimo voto (fine 1° quadrimestre). Insieme alla «lettera» degli insegnanti del Liceo da Vinci, mandata al Ministero, si invita lo stesso organo governativo, costituitosi nel giudizio al Tar, e il Ministro stesso, a prendere visione del contenuto delle varie lettere del «prof. x», indirizzate ai suoi studenti, in particolare quella il cui oggetto è «padre perdona loro perché non sanno quello che fanno». Potrebbe chiarire la condotta di qualche insegnante di Angela e, magari, rendere più chiara l'intera vicenda».

Intanto gli avvocati attendono l'esito dell'udienza del 27 luglio per decidere su un eventuale ricorso.

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