Montagna / Il dibattito

Messner sulle croci in vetta: “Le montagne sono di tutti, nessuno ha il diritto di metterci il cappello"

La leggenda dell’alpinismo mondiale: "Le croci esistono praticamente solo sulle Alpi, in Asia la gente del posto non saliva sulle montagne sacre, mentre sulle Ande si facevano sacrifici alle divinità"

LO SCONTRO Croci in vetta, bufera sul Cai

BOLZANO. "Le montagne sono di tutti, nessuno ha il diritto di metterci il cappello". Lo dice Reinhold Messner che definisce "anacronistico e inutile" il dibattito suscitato dalla proposta del Cai sulle croci di vetta. "Le mie posizioni in merito sono ben note", aggiunge Messner, che appunto ha dedicato un museo e un libro alle montagne sacre.

"Il fenomeno delle croci di vetta - spiega il re degli ottomila - è relativamente recente, è iniziato circa 200 anni fa con l'Illuminismo. Prima la gente aveva, infatti, troppo rispetto della bellezza e della maestà delle montagne". Dopo la Seconda guerra mondiale sono stati "soprattutto i movimenti giovanili cattolici nei paesi di montagna a portare le croci sulle vette", prosegue Messner.

"Le croci - aggiunge - esistono praticamente solo sulle Alpi, in Asia la gente del posto non saliva sulle montagne sacre, mentre sulle Ande si facevano sacrifici alle divinità". Messner non si dice sorpreso della proposta del Cai, "che da tempo si occupa dell'importante questione di chi sono le montagne? Purtroppo anche questa volta si è sollevato il solito polverone di polemiche anche sui social", conclude Messner.

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