Fauna / L’emergenza

Orsi da limitare: la giunta Fugatti ha deciso di affidarsi a Boitani e Cerne

Nominata la commissione tecnica con lo zoologo della Sapienza e l'esperto sloveno. Il trasferimento è una strada da percorrere, poi l’abbattimento. L’assessora Zanotelli: “Non siamo immobili, nemmeno sul versante dei lupi”

TRENTO. La giunta Fugatti ha deciso: massima copertura scientifica alla proposta di "autogoverno" nella gestione dei grandi carnivori. L'obiettivo dichiarato è arcinoto: ridurre il numero di orsi presenti in Trentino e avere carta bianca, in caso di impossibilità di trasferimento, per la loro rimozione, cioè abbattimento. Stesso approccio per il lupo, in mancanza del piano nazionale di gestione.

Per la gestione autonoma dell'orso in Trentino, la giunta provinciale ha nominato una commissione tecnica consultiva. Il suo compito è proprio quello di definire («in tempi rapidi» dice l'assessora Giulia Zanotelli) i contenuti di un «Piano di gestione autonomo dell'orso». Della commissione è segretario Giovanni Giovannini, dirigente del Servizio foreste della Provincia, affiancato dal sostituto dirigente del Servizio faunistico, Sergio Tonolli.

I nomi che contano sono i tecnici esterni: Luigi Boitani, ordinario di zoologia presso il dipartimento di biologia e tecnologie dell'Università La Sapienza di Roma, esperto di grandi carnivori e membro di Lcie (Large carnivore initiative for Europe) e lo sloveno Rok Cerne. Il gruppo tecnico è integrato da un esperto scientifico in materia di grandi carnivori indicato dal Mase, il Ministero per l'ambiente e la sicurezza energetica: Marco Visconti, commissario di Roma Natura, ente che gestisce le aree protette nella capitale.

Qual è l'obiettivo della commissione tecnica? Risponde l'assessora Zanotelli: «Rivedere il Pacobace (il Piano di azione interregionale per la conservazione dell'orso bruno nelle Alpi centro-orientali), mettere il luce gli aspetti che consentano una revisione in sede europea della direttiva Habitat e la fissazione di un limite massimo della popolazione di orsi sul territorio». Un limite, spiegano in Provincia, fissato «su base ecologica, sociale, economica e di sicurezza».

La commissione tecnica dovrà presentare una relazione con l'esito del proprio operato entro fine estate. In pochi mesi dovrà quindi esaminare la fattibilità di gestione della popolazione ursina «entro una soglia socialmente accettabile per le comunità locali». Chiaro l'intento, come detto: dare supporto scientifico alle implicazioni del concetto di coesistenza tra uomo e orso, indicando «l'opportunità/necessità di rimuovere in modo tempestivo gli orsi problematici e pericolosi per la sicurezza pubblica, nonché di adottare un limite massimo della specie sul territorio provinciale».

«Abbiamo avuto difficoltà in passato a collaborare con l'ex ministro Costa, che aveva un approccio personale e poco tecnico e scientifico» dice l'assessora Zanotelli «rispetto alla proposta di una soglia massima». «La delibera è importante per la scientificità dell'approccio» dice il presidente Fugatti, ricordando i due fronti di azione: quello del Ministero che «ha avviato un lavoro diplomatico per il trasferimento degli orsi in eccesso. Non un percorso facile, ma da perseguire; e quello della costruzione di un piano di gestione trentino. Perché, se non saranno possibili i trasferimenti, si procederà con il piano di abbattimenti».

«Non siamo immobili» tiene a dire Zanotelli «anche rispetto al lupo. Manca il piano nazionale e Ispra ci ha presentato una bozza per la gestione trentina, che contiene passi in avanti significativi, ma ancora insufficienti. Abbiamo suggerito modifiche e ci aspettiamo il via libera a breve. Il piano prevede, in certe situazioni e con certi criteri, anche la possibilità di abbattimento dei lupi». I branchi oggi in Trentino sono 24, più 5 che gravitano sui confini con le province limitrofe.

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