Città / L’intervento

“Il progetto per la Barchessa è inadatto”. Italia Nostra stronca il primo classificato

Italia Nostra ha studiato a fondo il progetto vincitore, firmato dall'architetto Sossio De Vita, di restauro della barchessa sud di Palazzo delle Albere: “Il progetto selezionato è talmente inadatto da non essere neppure correggibile: la decina di salette vetrate sono evidentemente inadatte per dimensione e condizioni ambientali ad accogliere uno spazio-percorso espositivo”

IL RESTAURO Ecco il rendering

TRENTO. Stroncatura più decisa non si poteva immaginare. Italia Nostra ha studiato a fondo il progetto vincitore, firmato dall'architetto Sossio De Vita, di restauro della barchessa sud di Palazzo delle Albere. Ed il giudizio è senza appello. Già c'era stato il precedente di Piazza della Mostra per la quale «il concorso si è concluso con l'esclusione del progetto più adatto e la selezione di un progetto che è dovuto ampiamente correggere secondo le indicazione di Italia Nostra e del Comitato provinciale beni culturali (mutuando molte soluzioni dal progetto scartato)». E «nonostante tutte le opportune correzioni» secondo Italia Nostra il risultato non è comunque soddisfacente».

Solo che, per la barchessa sud (il progetto vincitore e gli altri 11 selezionati sono stati esposti in maggio a Trento Lab, ndr) si è fatto di peggio. «Con l'aggravante» rileva Italia Nostra in una nota inviata dal consigliere architetto Beppo Toffolon «che il progetto selezionato è talmente inadatto da non essere neppure correggibile: la decina di salette vetrate inserite tra le mura scrostate della Barchessa sono evidentemente inadatte per dimensione e condizioni ambientali ad accogliere uno "spazio-percorso espositivo", e non si vede come questa totale inadeguatezza possa essere risolta». Dopo la selezione del vincitore, seguiranno il parere della Soprintendenza per i beni culturali, la progettazione esecutiva e, entro il 2024, l'appalto dei lavori (il budget del Comune è di 2,5 milioni di euro).

Italia Nostra definisce il progetto vincitore «privo di senso», in quanto «offre una superficie espositiva inferiore a 300 m2 e in gran parte inutilizzabile» ed «è stato preferito a uno che ne offre più del triplo in condizioni di piena efficienza; un progetto che affronta il tema del restauro della Barchessa come fossero i resti intangibili di un capolavoro architettonico è stato preferito ad un progetto che ne recupera l'integrità con sensibilità e attenzione; un progetto che distrugge definitivamente ogni ipotesi di recupero dell'insieme del Palazzo e delle sue barchesse è stato preferito a un progetto che, invece, se ne fa scrupolosamente carico».

Il riferimento di Italia Nostra è al progetto dell'architetto milanese di formazione svizzera, Giorgio Santagostino: «Progetto inspiegabilmente scartato». Che ha tre carte vincenti. Primo, «ripristina l'involucro edilizio com'era fino al recente crollo della copertura». Secondo, prefigura «uno spazio espositivo e bene progettato»: una superficie utile «di quasi mille m2, oltre 900 dei quali destinabili all'esposizione», e «le stanze hanno dimensioni comprese tra 30 e 140 m2 e diversi livelli di illuminazione naturale, comunque proveniente da finestre che ne consentono un'accurata regolazione». Terzo, l'aspetto più rilevante: il contesto, con «il ripristino che rende possibile il recupero delle barchesse come un insieme speculare connesso al Palazzo delle Albere».

Non è in discussione, per Italia Nostra, il talento del progettista alla fine scelto. Sono invece in discussione, come già evidenziato dall'associazione in una lettera aperta al sindaco e agli ordini professionali (architetti e ingegneri) i limiti del concorso di progettazione per quanto concerne gli obiettivi, in vincoli e criteri fissati nel bando.

La genericità degli obiettivi, per Italia Nostra, sta nelle due righe che indicano ciò che va progettato. «uno spazio-percorso espositivo con caratteristiche di elevata flessibilità e dotazione tecnologica ai fini della presentazione e valorizzazione della città di Trento». Con il paradosso, quanto alla giuria, che un «progetto senza disegni è stato ammesso alla seconda fase grazie alla "chiarezza espositiva" e ai suoi "principi" considerati "particolarmente significativi": promosso sulla fiducia».

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