Sindacati / Lo sdegno

Manifesti a Povo: accuse alla Cgil e minacce di morte ad un delegato sindacale dell’Università di Trento

L’indignazione del segretario generale Andrea Grosselli e e di Raffaele Meo: “Non ci facciamo intimidire da questo gesto folle. Chiediamo quindi alle Forze dell’ordine di fare luce sull’autore di questi gravissimo atto di intimidazione e confidiamo nella solidarietà da parte di tutto il personale dell’Ateneo”

TRENTO. A Povo manifesti con accuse alla Cgil e minacce di morte ad un delegato di Unitn, Flavio Rossi. Grosselli e Meo: “Le minacce a Rossi sono un atto gravissimo. Ma non ci facciamo intimidire da questo gesto folle”

"Come Cgil del Trentino e Flc Cgil del Trentino – scrivono Grossselli e Meo – esprimiamo piena solidarietà al compagno Flavio Rossi e con lui a tutta la rsu Cgil dell’Università di Trento. L’impegno dei nostri delegati sindacali all’interno dell’Ateneo è da sempre rivolto al miglioramento delle condizioni di lavoro nell’esclusivo interesse delle colleghe e dei colleghi degli uffici amministrativi e tecnici e di tutto il personale in generale”.

”Un impegno che è riconosciuto dalle lavoratrici e dai lavoratori che hanno garantito al nostro sindacato di essere il più rappresentativo in quanto a tesseramento e il più votato nelle elezioni delle rsu. Le farneticazioni dell'autore dei manifesti comparsi oggi sulle strade di Povo non possono cancellare questi dati di fatto, anzi confermano quanto il nostro sindacato sia sempre in prima linea nel saper concretamente rappresentare, tutelare ed ampliare i diritti di chi lavora all’interno dell’Università di Trento”.

“Chiediamo quindi alle Forze dell’ordine di fare luce sull’autore di questi gravissimo atto di intimidazione e confidiamo nella solidarietà da parte di tutto il personale dell’Ateneo. E ribadiamo immediatamente che queste folli minacce non ci intimidiscono, ma anzi ci danno più forza, se ancora ce ne fosse bisogno, nel portare avanti l’impegno del sindacato confederale in ogni luogo di lavoro a sostegno delle istanze e delle ragioni delle lavoratrici e dei lavoratori".

 

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