Alta tensione in Fratelli d'Italia dopo gli attacchi a Fugatti per la gestione degli orsi

Il gruppo provinciale teme la rottura con la Lega. Binelli: «Strumentalizzazioni e propaganda»

di Luisa Maria Patruno

TRENTO. Sale la tensione nel centrodestra trentino, che è ancora alle prese con la scelta di un candidato presidente della Provincia condiviso. E anche la gestione dell'orso è diventato terreno di scontro tra Fratelli d'Italia e la Lega, con il primo all'attacco del governatore Maurizio Fugatti, accusato di essersi rivelato inadeguato nell'affrontare il problema, e la seconda schierata in difesa del suo presidente.

Ma questo continuo tirare la corda da parte di Fratelli d'Italia, che non può sopportare di essere ignorato da mesi da Fugatti, non soltanto sta rendendo sempre più profondo il solco tra i due partiti, mantenendo irrisolto il conflitto, ma inizia a preoccupare quegli esponenti di Fratelli d'Italia, come i tre consiglieri provinciali, che più di altri temono che questo modo di fare possa arrivare a una irreparabile rottura e a una corsa solitaria del partito di Giorgia Meloni.

Si spiega in questo modo la recente presa di posizione del capogruppo Claudio Cia a sostegno della linea e dell'operato del presidente Fugatti sulla gestione degli orsi, proprio mentre la candidata presidente di Fratelli d'Italia, Francesca Gerosa, il commissario Alessandro Urzì e l'ex consigliere provinciale solandro Giacomo Bezzi, in procinto di tornare in pista con la fiamma, avevano criticato il governatore proponendo un modo diverso di procedere.

L'uscita di Cia gli è costata una bacchettata da parte del commissario Urzì, ma è sintomatica del disagio che stanno vivendo i tre consiglieri provinciali, che non si sentono coinvolti nelle decisioni più importanti del partito, a cominciare dalla scelta stessa di proporre e continuare a sostenere il nome di Francesca Gerosa. Il tavolo sulla gestione dell'orso, proposto da Gerosa insieme a Urzì, ha infatti spiazzato Cia, che ne era all'oscuro e che proprio in questi giorni sta girando le piazze con i suoi gazebo e i poster di orsi e lupi, sollecitandone la rimozione.

Questo continuo smarcarsi da parte dei vertici del partito da Fugatti e dal resto del centrodestra sta dunque allarmando il gruppo consiliare, che se esiste - rimarcano - è proprio per la decisione presa a suo tempo da Claudio Cia, che ha chiuso il suo movimento Agire per aderire a Fratelli d'Italia, e delle consigliere Katia Rossato e Bruna Dalpalù, che hanno lasciato la Lega, visto che nel 2018 la lista non era riuscita ad eleggere nessuno.

Ora, è vero che Fratelli d'Italia viaggia, nelle previsioni, sulle due cifre, ma se dovesse correre da solo non si sa quanti consiglieri riuscirebbe ad eleggere e soprattutto si condannerebbe all'opposizione, cosa che certo nessuno nel partito vuole. Quindi, meglio convergere su Fugatti prima che la corda si spezzi e il presidente - è il timore - decida di presentarsi alle elezioni il 22 ottobre con il resto della coalizione e senza Fratelli d'Italia, anche se in realtà il partito di Meloni sta coltivando ancora anche l'ipotesi di un terzo nome su cui fare convergere il centrodestra, alternativo a Gerosa e Fugatti (si era già parlato di Sergio Divina).

Il commissario provinciale della Lega, Diego Binelli, però è imperturbabile e nello stesso tempo replica duro agli alleati: «Non abbiamo in programma nessuna riunione della coalizione, men che meno sulla questione degli orsi, visto che il presidente Fugatti e la giunta stanno lavorando bene per risolvere il problema. Ogni suggerimento è utile, purché non si strumentalizzi, tutto il resto è propaganda pura».

Sulla possibilità che alla fine effettivamente la Lega con Fugatti possano decidere di presentarsi senza Fratelli d'Italia, Binelli dice: «Sono loro che girano con la candidata Francesca Gerosa. Noi la coalizione, allargata al Patt e il candidato presidente Fugatti ce li abbiamo, se Fratelli d'Italia cambierà idea ci faccia sapere, il mio numero di telefono ce l'hanno».

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