Salute / Il caso

Costo dei servizi socioassistenziali, l'Anfass alla Provincia: nei criteri mancano assistenza sanitaria e qualità di vita

L'associazione sottolinea due pesanti "dimenticanze" di piazza Dante nelle nuove direttive che riguardano gli interventi a carattere semiresidenziale e residenziale, destinati alle persone con disabilità intellettiva

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TRENTO. Piacciono solo parzialmente ad Anffas Trentino i nuovi criteri deliberati dalla giunta provinciale di Trento, presentati nei giorni scorsi ufficialmente alla stampa dell'assessore Stefania Segnana, per determinare il costo dei servizi socioassistenziali, a carattere semiresidenziale e residenziale, destinati alle persone con disabilità intellettiva.

Anffas Trentino, attraverso il presidente Luciano Enderle, esprime soddisfazione per aver previsto la determinazione degli importi delle nuove rette sulla base della gravità della persona presa in carico attraverso l'uso delle scale Sis, ma evidenzia come siano completamente assenti due parametri di valutazione che assolutamente non possono mancare: l'assistenza sanitaria e la qualità di vita garantita.

Un numero importante delle persone con disabilità che frequentano i centri di Anffas Trentino - precisa una nota - hanno bisogno di assistenza sanitaria e infermieristica, dalla semplice iniezione di insulina a prestazioni più specializzate e continuative (es. fisioterapia).

I nuovi criteri deliberati dalla giunta Provinciale non tengono minimamente in considerazione questo aspetto che deve essere effettuato da personale sanitario e che risulta fondamentale per una presa in carico della persona in tutti gli aspetti della sua vita quotidiana con quel processo di integrazione socio-sanitaria del quale da tanto tempo di parla.

La seconda carenza rilevata da Anffas Trentino nella determinazione dei criteri è relativa al fatto che manca totalmente l'elemento della qualità di vita che deve essere garantita dal servizio alla persona seguita. Corre molta differenza tra una persona che può essere semplicemente "parcheggiata" in una struttura oppure, come da sempre contraddistingue l'operato dell'associazione trentina, seguita personale specializzato che lavora su un preciso progetto di vita attivandosi in con iniziative di animazione, coinvolgimento, progetti di cittadinanza attiva che danno dignità alla persona con disabilità, la aiutano ad essere attiva e inclusa nella comunità di riferimento.

"Questi due aspetti - afferma il presidente Enderle - per il bene delle persone che seguiamo non possono assolutamente mancare all'interno dei criteri per determinare il costo dei servizi socioassistenziali. La presa in carico all'interno dei servizi deve poter coniugare i diversi fabbisogni di risposta di cui necessita la persona con disabilità, entro una prospettiva integrata, tenendo conto dell'apporto multiprofessionale delle diverse risorse in grado di fornire risposte appropriate su un fronte assistenziale, educativo, riabilitativo, sociale e sanitario".

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