Lo scontro / L’accusa

Il caso dei battesimi da vietare: Giacomini querela Cia che replica in modo duro

Il consigliere comunale di Massimeno sta pensando di chiedere la scorta per le minacce a lui e alla famiglia: qualcuno chiede la sua "morte nelle camere a gas". Il consigliere di Fratelli d'Italia gli risponde: "Dimentica che c'è la libertà di espressione"

LA POSIZIONE "Vietare il battesimo ai minori"

di Giuliano Beltrami

MASSIMENO. "Oggetto: querela al Consigliere e presidente consiliare di Fratelli D'Italia Claudio Cia". Questa l'intestazione. Così la richiesta (temeraria) di Alessandro Giacomini di vietare il battesimo ai bambini finisce in tribunale. Motivo? Da addebitare ai cosiddetti leoni della tastiera.

Per partire dall'inizio, Alessandro Giacomini, che non si definisce ateo, ma con una funambolica prosa "credente dell'inesistenza di Dio", annuncia al mondo la sua idea di non sottoporre a violenza i bambini con il battesimo, perché devono decidere da soli quando avranno raggiunto l'età della ragione. Non c'erano dubbi che il ragionamento non piacesse ai credenti nell'esistenza di Dio. La presa di posizione di Giacomini avrebbe potuto finire nel nulla, se non proprio a tarallucci e vino, ma non è aria di questi tempi.

Il primo a lanciare strali è stato Claudio Cia che in un post definisce "intollerante" e molto altro il consigliere comunale di opposizione di Massimeno. Problema: c'è di peggio. Giacomini, infatti, scopre che qualcuno chiede la sua "morte nelle camere a gas".

Un po' si spaventa e un po' si indigna, così chiede al suo avvocato, Mauro Bondi, di inoltrare una querela nei confronti del consigliere provinciale Claudio Cia.

Va giù duro Giacomini, che scrive a proposito di Cia: «Egli, consapevole della delicata situazione personale, ove il sottoscritto e la mia famiglia, a causa di un articolo che ha avuto rilevanza nazionale (riferimento al servizio apparso recentemente sulla rivista Micromega e ripreso pure sulla stampa locale, ndr), dove si auspicava la tutela dei minori anche nell'ambito battesimale, hanno subito e continuano a sottostare alle gravi minacce e intimidazioni».

La replica di Cia (Fratelli d'Italia)

“Con riferimento a quanto apparso in queste ore sui media, in merito a Giacomini che vorrebbe querelare la mia persona, sono a richiedere la possibilità di pubblicare il mio intervento in forma integrale inviato alle redazioni in data 13 febbraio 2023, quale replica alle affermazioni del Consigliere Giacomini in quanto il contenuto del comunicato stampa è stato ripreso in forma parziale".

"Seppur il mio pensiero non sia stato pubblicato integralmente ritengo che la minaccia di querela che il Consigliere Giacomini vorrebbe sporgere a mio carico, non tenga conto della libera opinione che è nel mio diritto esprimere nello svolgimento della mia attività politica, soprattutto su temi di grande rilevanza nel dibattito etico e religioso".

Pare poi utile ricordare come quando, alcuni anni fa, sporsi querela contro Alessandro Giacomini che su Facebook in un commento aveva dichiarato: “Ora dobbiamo usare armi non convenzionali. Ad ogni suicidio legato all’omofobia va corrisposto un politico di turno, ad esempio Claudio Cia è un assassino, ha ucciso...” (quindi con ben altri toni, rispetto a quelli pacati del mio comunicato stampa), il giudice aveva ritenuto di archiviare il procedimento per diffamazione perché la frase poc’anzi citata (cui seguirono una sequela di commenti ed epiteti ai danni della mia persona, con riferimenti altresì alla mia vita privata) era stata scritta nell’ambito di un’aspra contesa politica".

"Accolgo pertanto con una nota di amarezza la notizia relativa al desiderio del Consigliere di sporgere querela contro il sottoscritto, che sfocia nella deriva antidemocratica che porta alla censura del libero pensiero. Ormai, purtroppo, un politico per svolgere la propria funzione pare sia costretto a girare con uno stuolo di avvocati”.

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