Il caso / Lo scontro

Centro sociale Bruno, lo sfratto può attendere, soddisfatto il sindaco Ianeselli

Il Comitato per l'ordine e la sicurezza: «Realtà impegnata in attività sociali, questo gli viene riconosciuto da tutti». 

TRENTO. Il "Bruno" potrà continuare a portare avanti le proprie attività in lung'Adige. Per ora lo sfratto non è all'orizzonte. Dopo che nelle scorse settimane i consiglieri provinciali della Lega e di Fratelli d'Italia Devid Moranduzzo e Katia Rossato avevano chiesto che la struttura venisse sgomberata al più presto, della questione si è occupato il Comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza dello scorso 21 dicembre. 

Può far sorridere che a sgomberare il campo da tensioni e polemiche, per il Bruno, sia stato un incontro che riunisce massimi vertici istituzionali e delle forze dell'ordine ma forse, invece, è un valore che attestati di stima arrivino anche da realtà non propriamente vicine. Attestati di stima tanto chiari che anche i detrattori più agguerriti devono farsene una ragione. Il Comitato, infatti, ha preso atto che «negli anni «il Centro sociale Bruno si è orientato ad attività sociali e questo gli viene riconosciuto».

Inoltre, sull'area non sono previsti a breve termine progetti che rendano urgente lo sgombero della struttura. La decisione è stata accolta con favore dal sindaco Franco Ianeselli che proprio il 21 dicembre scorso al Commissariato del governo aveva sottolineato come «in settimane nelle quali dobbiamo fare fronte all'emergenza dei senza dimora, cacciare chi offre un tetto a chi non ne ha non mi pare sia una priorità».

Soddisfazione anche da parte del Centro Bruno, ovviamente: «Quella dei consiglieri Moranduzzo e Rossato, rappresentanti della destra reazionaria e rancorosa di questo territorio, non è stata solo un'uscita propagandistica come si poteva ipotizzare, ma un tentativo di determinare i rapporti di forza della giunta provinciale. Se il risultato che tanto ambivano non è arrivato, occorre provare a individuare le motivazioni, riconoscendo quanto abbiamo seminato in questi 16 anni di esistenza, ma anche soffermandosi sulle prospettive del prossimo periodo, sia per stabilizzare questa situazione, sia per individuare i terreni dove produrre trasformazioni sociali», hanno spiegato gli attivisti in una nota.

«È un segnale importante il riconoscimento e il sostegno che è arrivato attraverso la lunga lettera indirizzata alle istituzioni e sottoscritta da influenti personalità della cultura, del volontariato e dell'arte. Sentiamo ancora più forti le responsabilità che investono tutto il nostro corpo collettivo. Una responsabilità che intendiamo declinare attraverso numerose progettualità, emanazione concreta di un'azione politica che ha lo scopo di cambiare rotta per migliorare l'esistente: dalla scuola di italiano, allo sportello legale e per il diritto all'abitare, dal rifugio solidale per persone in emergenza abitativa, alla ciclofficina popolare, oltre che allo storico progetto Cinemafutura».

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